Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/125

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APPENDICE PREFAZIONE al «Dialogo della lingua toscana» novellamente ristampato illustrato con perpetue note e d’indici copiosi arricchito a beneficio della studiosa gioventú (*). O tu, alle cui mani giugne per somma ventura il presente bello, erudito, spiritoso, vago, piacevole, brillante e portentoso dialogo, di grazia, prima di accostarti alla fontana del sapere, al gazzofilacio della dottrina, al non plus ultra dell’eloquenza, soffermati un poco e leggi questa PREFAZIONE. Tu, chiunque tu sii, ti puoi chiamare felice d’esser campato sino a quest’ora, e d’avere ora un buon paio d’occhi e d’orecchi, se tu gli hai, per poter leggere, o udir leggere questo libro, di cui non è mai uscito il migliore dal tempo che cominciossi a scrivere in mattoni insino a questo, nel quale i libri si scrivono perché di carta è buon mercato. (i) Che questo scritto sia del P. non risulta da altro che da un’ipotesi del Cantú ( L’abate Purttti, ecc., p. 176); il quale, a dir vero, non dovette porre troppa attenzione alle evidenti differenze di stile e di metodo polemico Ira questo e i tre scritti che precedono, le quali indurrebbero anzi ad affermare recisamente che di questa prefazione chiunque possa essere stalo autore, tranne che il P. A ogni modo, la inseriamo qui, in appendice, perché il lettore non ne resti privo [Ed.].