Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/134

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guerra fu certamente fatta con tanta licenza, che non merita d’esser piú richiamato dall’obblivione un cosí fatto opprobrio della letteratura. Sia eletto non pertanto a giustificazione di Carl’Antonio Tanzi, uno di quelli ch’ebbero piú interesse in tale disputa, che, se pure si lasciò trasportare alcun poco dalla passione del suo partito, molto si vuole attribuire al focoso temperamento ch’egli aveva: e d’altra parte la passione, la quale non è incompatibile colla virtú, fu in lui quale può trovarsi in un cuore ben fatto; e, sebben forse fino alla debolezza, noi portò certamente oltre i limiti della giustizia e dell’onestá. Era il Tanzi d’un carattere ingenuo, schietto, franco, e, per cosi dire, lodevolmente baldanzoso della sua probitá e della sua onoratezza. La fisonomia dell’animo era nella persona: alto di statura, grand’occhi neri, vivaci, gran naso aquilino, tratti del viso aperti e fortemente scolpiti, parlare e movimento vibrati e risoluti. Nel conversare nimico d’ogn’impostura, d’ogni affettazione, pieno di lepidezze argute, di sali fini e dilicati senza ricercatezza: il tutto animava d’un fuoco a lui particolare e d’un tono di graziosa ironia, che solleticava e non pungeva: di voce aggradevole e bravissimo declamatore. Nella sua gioventú egli non odiò il bel sesso: non era cosí ristretta la virtú di lui, che gli convenisse affettare un’avversione non naturale per far credere ch’egli ne avesse. Il diremo noi senza risico di far passar per ridicolo il nostro amico? Egli uni sempre all’amore anche l’amicizia, con tutto il corredo delle virtú che seco porta la vera amicizia. In rimerito di queste sue belle qualitá, anche nell’etá piú provetta, fu egli sempre ben veduto dalle giovani donne. Ma a niuno fu egli piú caro che a’ suoi amici; niuna cosa ebb’egli piú cara di essi. Ancor giovine, vivente il padre, cominciò a dividere la sua picciola fortuna con que’ pochi che la conformitá del genio o degli studi gli aveva fatti acquistare. Giunse fino a procurar che il padre ne mantenesse alcuni nella sua propria casa, ed egli compensava il padre del proprio danaro, fingendo averlo avuto da essi; e, se talvolta gli venne meno, trovò altri amici altrettanto generosi che lui, i quali gliene somministrarono per tale effetto, entrando a parte con