Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/144

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sotto Giustiniano, attorniato da mille nemici. Eraclio l’incoraggisce alquanto; ma l’Italia, la Francia, la Spagna, abbandonate a cento fogge di barbari, apportano la culla a nuovi regni e potenti, parecchi de’ quali durano tuttavia. 11 resto dell’Europa soggiace alle stesse rivoluzioni. Qualche eroe si mostra degno del trono; gli altri principi deboli o scellerati empiono ogni cosa di sangue, di rovina e d’orrore; e in mezzo alla comune desolazione Venezia gitta i fondamenti della sua libertá. La religione soggiace ai medesimi turbamenti; e gl’imperadori sono affaccendati a difendersi da’ nimici e a comporre le sètte. I barbari fanno parte deile loro conquiste alla Ciiiesa di Roma, clic comincia ad ingrandirsi, benché si riconosca dipendente, e i papi cominciano a far valere una nuova autoritá sopra i popoli, i vescovi ed i principi. È quasi spenta l’antica idolatria in Italia, e i barbari vi conducon seco la loro. Il cristianesimo si dilata. I nuovi governi de’ barbari sono una specie d’aristocrazia a cui presiede un re. Le leggi si riformano in Oriente; le pruove e i duelli decidono in Occidente, e le pene sono quasi tutte pecuniarie. I costumi sono semplici, ma rozzi ed atroci. Le scienze periscono in Occidente; le dispute teologiche agitano l’Oriente. La lingua latina decade. Epoca seconda. Figurano gli arabi, e diviene illustre Maometto. Il ritratto, che l’autor fa di quest’uomo straordinario, non può esser piú vivo e parlante: egli ha l’arte d’interessare con esso, non i soli filosofi, ma i lettori volgari eziandio, e il sesso amato e cosí mal considerato da quel falso profeta. Noi crediamo di poter fondatamente sospettare che l’autore, alla foggia de’ valenti dipintori, abbia voluto abbellire la sua fattura, nascondendo molti difetti dell’originale e accrescendone le grazie. Chi sa che ciò non torni a qualche pregiudizio della fisonomia? Nel nostro secolo si è tenuta ragione, e sonosi bilanciati i meriti degli uomini piú grandi dell’antichitá, degradando alcuni dal posto dove la fama gli aveva collocati, e sollevandone altri: Epicuro, Giuliano, Maometto, ecc. sono stati vendicati della troppa malignitá de’ lor detrattori; ma i giudici sono stati forse strascinati dalla passione del loro progetto a divenirne i panegiristi. Noi siamo