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la giusta intelligenza di questo vocabolo. Ma quali difetti non si perdonerebbero in grazia di tante eccellenti bellezze, in grazia della descrizione delle mine, della piantagione e coltura delle viti, di tutta la metá del secondo canto, e spezialmente della desolata madre degli uccelletti, che guarda il monte e guarda la campagna, e non cessa un momento che non piagna ? Riassumendo ogni cosa, mi par di potere con ragione conchiudere che questo poema sará letto sempre con grandissimo piacere ed ammirazione, e non si potrá nondimeno leggerlo senza una sorta di difficoltá e di fatica, malgrado la semplicitá dell’argomento e le lusinghe della poesia.