Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/159

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3 - Intorno alle poesie del Cassiani I quattro sonetti del Cassiani, l’uno sopra Susanna, l’altro sulla caduta d’Icaro, il terzo sulla moglie di Putifarre, l’ultimo sul ratto di Proserpina, son tutti piú o meno originali per l’evidenza e la forza delle immagini e delle espressioni. Il primo nondimeno ha minore connessione d’idee, e per conseguenza minore eguaglianza ed unitá che gli altri. Il secondo è piú connesso, piú eguale, piú uno; ma l’ordine delle idee è difettuoso. Si vedono prima cadere le penne che il corpo d’Icaro, ciò che è contra la ragione de’ pesi e de’ volumi. Nel settimo verso vi è un vizio notabile di costruzione. Quell’«inerme» si riferisce per il senso al «peso» menzionato nell’ottavo verso, cioè ad Icaro; laddove la ragion grammaticale vi conduce a riferirlo a «cielo», pur quivi menzionato. Bellissimo, per l’espressione imitativa, è il terzo verso della prima terzina. Il sonetto sopra la moglie di Putifarre è anche piú perfetto degli altri due. Ma il quarto, sopra il ratto di Proserpina, ottiene tutti i numeri per la facilitá e la sonoritá dei versi, per la varietá e la veritá delle immagini, per la nobiltá dell’espressioni, per la connessione e per il progresso naturale delle idee, ecc. ecc. La prima terzina è impagabile per l’evidenza, per la grazia e per Taffetto, che vi domina. La seconda poi dá colla piú grande naturalezza tutta la integritá possibile alla composizione, e fa correre la fantasia per un’ampiezza di senso, d’immagine e d’affetto, che, anche terminando, vi tiene tuttavia attenti e sospesi; la qual cosa o è un raggiugnere il sublime, o almeno uno accostarvisi assai. Tutti gli altri componimenti del Cassiani sono o mediocri o peggio; di modo che, se egli non si facesse conoscere a qualche maniere di stile sparse qua e lá, si crederebbe che fossero opere di tutt’altra mano.