Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/164

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di sagacitá e di singoiar disinteresse. Questa riputazione propagata ne’ principali individui del fòro, ne’ tribunali, nel ministerio, fece si che venne abitualmente da tutte queste parti o consultato o adoperato nelle materie piú importanti o scabrose. Egli fu sempre lontano da ogni ambizione o servitú; ed è per questo che non cercò mai verun pubblico impiego, e si schermi anzi dallo averne, potendone aver de’ piú nobili. Nondimeno il governo, mosso dall’universale stima che si aveva di lui, oltre l’incaricarlo di molte passeggere incumbenze, gli conferí anche spontaneamente vari impieghi successivi o contemporanei. Fu egli dapprima pubblico professore per molti anni dell’arte notarile nelle scuole palatine. Di poi fino alla morte pubblico professore d’instituzioni civili nelle scuole di Brera. Fino all’anno 17S6, in cui venne abolito il collegio fiscale, fu regio cancelliere di esso collegio. Fu sindaco della cosí detta altre volte Camera de’ mercanti. Essendosi poi, nel detto anno 1786, per ordine sovrano, eretti un tribunale mercantile di prima istanza ed una Camera di commercio, fu egli nominato assistente legale si del primo che della seconda, nel quale impiego parimente continuò fino alla morte. Tanto nella trattazione degli affari quanto ne’ discorsi dalla cattedra, si esprimeva egli con un’aria di semplicitá e bonarietá sua caratteristica, la quale si rendeva tanto piú interessante per la giustezza delle idee, per i lampi dell’ingegno che ne scoppiavano, e per una sagace facezia, di cui la condiva. Le scritture forensi di lui mostrano quanto egli sapesse, quanto rettamente pensasse, e quanto acutamente vedesse senza fare alcuno sfoggio né d’arte né di dottrina. Lo stile ne era breve, semplice, nobile ed esatto, di modo che per tutte le parti avrebbon dovuto servir di scuola e di esemplare agli altri suoi colleghi del fòro. Le sue lezioni dell’arte notarile, benché non divolgate in istampa, sono continovamente cercate anche fuori, come una delle opere migliori che si abbiano su quella materia. 11 dottor Dadda, cosí nella sua vita pubblica come nella privata, fu sempre dichiarato amico de’ buoni e dichiarato nemico de’ cattivi. Fu misericordioso co’ poveri e grande fautore degli oppressi. I clienti di lui furono anche suoi famigliari e suoi amici. Spesse volte furono anche da lui non solo assistiti, ma beneficati. Non domandò a nessuno di loro mai nulla, non tenne registri, e ricevette senza né esami né conti. Amò la buona e lieta compagnia.