Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/171

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giusta distribuzione e dello accordo delle parti nel discorso, dell’ornamento, della varietá, della copia e simili, dove spezialmente consiste l’eloquenza. E, poiché ciascun’opera d’eloquenza versa sopra vari oggetti, però il professore insegnerá a distinguere la diversitá degli stili, e ad applicarli alla diversitá delle materie e delle circostanze; e, siccome finalmente l’eloquenza è diretta a fare impressione sopra l’animo degli uomini, cosí mostrerá come essa debba piegarsi e regolarsi secondo i diversi caratteri, le diverse passioni, i diversi interessi, le diverse opinioni di questi, per giugnere piú agevolmente al suo fine. Essendo poi intenzione dell’eloquenza d’indurre gli uomini ad abbracciare ciò che è giusto, onesto, saggio, o migliore, oppure di procurar loro degli innocenti piaceri colle opere dell’ingegno; perciò il professore insinuerá opportunamente che la veritá, la giustizia, l’onestá devono regnar sempre nelle opere d’eloquenza; anzi con questa regola sceglierá gli esempi da proporre, avvertendo nondimeno di non passare allo scrupolo per non opprimere o restringer di troppo la vivacitá e l’energia de’ talenti. In questa guisa il professore ammaestrerá principalmente i suoi uditori a ben trattare in parole o in iscritto gli affari pubblici ed importanti sia del ministerio, sia del fòro, sia del pulpito, sia di tante altre respettive professioni che hanno pubblica fondazione nello Stato. Ma, conciossiaché in ogni Stato, e massimamente nel nostro, vi sia gran numero di cittadini che, per ricchezza e per comodi ereditari, sono di loro natura alieni dall’esercitar veruna professione obbligata e faticosa; e d’altra parte è necessario di tenerli lontani dall’ozio, veleno principale della societá, e di stimolarli ad essere almeno indirettamente utili colla loro persona al resto de’cittadini ; perciò niuna cosa può tanto servire a tenerli aggradevoi mente ed utilmente occupati quanto la bella letteratura o la filologia, per far nascere e coltivare in essi il gusto e l’amore del bello, sia nelle lettere, sia nelle arti, e •cosi far discender da essi una illuminata, sincera ed efficace