Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/18

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potreste ripigliare, ch’io ora esco, ora entro irregolarmente ne’ confini ora dell’invenzione ed ora della esposizione; ma ho io però a tenermi si stretto tra gli scolastici cancelli, se il padre Bandiera mi fa travviar, coll’inavvertenza del suo giudizio, quando dietro all’una e quando dietro all’altra delle disparate cose? E inoltre non si parrebbe egli forse ch’io volessi scriver, come dir, geometricamente, e con piú arte ch’alia natura delle lettere non si conia? Oltre al fin qui detto, non ha avuto punto di avvertenza il padre Bandiera allo appassionato di quella bellissima enumerazione, ove il Segneri, faccende come l’ultima scarica contro all’indurito cor dell’impenitente, va con maraviglioso accrescimento, siemi lecito di cosí dire, arietandone l’ostinata volontá. Il padre Segneri introduce quivi a tale effetto e i santi e la Vergine e Cristo, e finalmente il paradiso tutto; i qua’ nomi essendo per avventura paniti al Bandiera troppo comuni e volgari, giudicò di doverneli intralasciare, comecché tutto il patetico e la forza ne andasse dell’eccellente congerie. Questo è forse un mio mal fondato sospetto; imperciocché non parnii da creder che ad un onorato religioso, qual si è il valoroso padre Bandiera, dovessero putir que’ sagrosanti nomi, che cosi grati riescono e soavi a’ piú perfetti serafini del cielo. Per altro questo è il comune scoglio ov’urtan coloro i quali, troppo scrupolosamente scrivendo, non pensano che, per quanto aspra e volgare sia una voce, s’ingentilisce e nobile diventa per l’altezza del suo significato. Ma mi conferma nella prima oppinion mia il veder che ’l Bandiera s’è vergognato altresi d’usare i vocaboli di «scomunicato», di «bestia», di «letamaio»; invece de’ quali, a onta d’ogni rettorica energia, ha scritto «reprobo dichiarato», «animale», e finalmente quello affettatissimo «mondezzaio»: il che adoperando (si faccia qui cosí un pocolin da un lato il rispetto infinito ch’io porto al padre Bandiera, e ceda il luogo alla veritá), egli ha mostrato assai poco quel giudizio e quel conoscimento, ch’egli ha della forza e del valor delle italiane voci, e dell’arte posta in uso da un non volgare oratore; perocché, se cosí non fosse, ei non avrebbe levati quello «scomunicato», quel «bestia» e quel «letamaio». che colla viltá loro tendono