Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/214

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altri per mezzo della imitazione, colle immagini della quale operano pressoché il medesimo effetto che farebbono colla realtá; e dall’altra parte producono un nuovo piacere tutto proprio della stessa imitazione, perché da essa resulta, come a suo luogo vedremo. Da un lato adunque la dipintura imita sulla scena tutti i begli oggetti naturali che cadono sotto al senso della vista, e dall’altro la musica tutti quelli che cadono sotto al senso dell’udito; e, mentre che amendue eccitano con questo mezzo a un dipresso le medesime sensazioni che gli oggetti naturali farebbono, risvegliano anche le piacevoli idee che potrebbono esser risvegliate da quelli. Oltre di che, la intenzione dell’artista ben eseguita, la conformitá della copia coll’originale osservata nell’opera della imitazione, appaga la nostr’anima, risveglia l’idea dell’abilitá dell’artista, questa l’idea della sagacitá dell’uomo, questa l’idea della nostra eccellenza; dalle quali cose tutte si eccita in noi un nuovo sentimento piacevole, che, unendosi al sentimento del bello, fa tutto una cosa con esso, e lo rinforza maravigliosamente, senza che noi, rapiti dall’interesse dominante dello spettacolo, ci avvediamo quasi di tutto quello che segue dentro di noi medesimi. Ma, per ritornare agli oggetti presentati realmente o simulati dall’arte sopra la scena, è da osservare una cosa propria di alcune fra le belle arti; e questa è la facoltá che hanno alcune fra esse d’imitare le altre o d’imitarsi fra loro. La scultura, per esempio, ne’ suoi bassirilievi imita l’architettura, presentando per accompagnamento delle figure i pezzi degli edifici, che sono opere di quella. Imita parimenti la dipintura, qualora ne’ bassirilievi medesimi ristrigne gli angoli, diminuisce il rilievo, e ora impicciolisce, ora scorcia gli oggetti che entrano nella sua composizione, affine di andarli di mano in mano slontanando, come la stessa pittura suol fare, e ristrignendo gli angoli, e smorzando le tinte, e rappicciolendo e scorciando gli oggetti, secondo che essa vuol dare idea di piú o di manco lontananza, e di tale o tale altra giacitura delle figure. La dipintura sa dal suo canto imitar l’una e l’altra delle due arti anzidette; e quelle sono con piú evidenza imitate da questa, che non è questa dalla