Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/228

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ce ne fa una terza, dandoci luogo a sperare altrettanto; e cosí, variando di continuo, compone sempre tutte le parti in uno, ed opera perpetuamente colla mole del suo tutto. In ciò consiste quella bellissima qualitá dello stile tanto raccomandata dai maestri sull’esempio de’ grandi scrittori, cioè l’eguaglianza. Che se l’architetto e lo scrittore, o qualsivoglia altro operatore in una delle belle arti non istudiano la proporzione degli oggetti e delle parti, si oppongono a tutto ciò che dicemmo sopra, e per conseguenza non ottengono il fine dell’arte. Se il poeta, nel corso del suo componimento, mi ha dato luogo a sperare delle idee, delle immagini e delle forme grandi e magnifiche del dire, e poi mi cade nel basso, io non so piú quel che io mi creda di lui. Ecco che le parti sole mi fanno piacere disgiuntamente l’una dall’altra; eccomi deluso di ciò che mi era promesso; ecco rotti que’ fili di relazione che legarono il tutto, ed ecco perduta la intenzione ed il merito dell’arte, il quale era di eccitare in me una piú forte commozione con una quantitá di oggetti composti in un oggetto totale. Questo è ciò che segue quanto alla sproporzione nelle parti di qualitá. Che se poi lo stesso poeta mi trattiene troppo piú lungamente che non bisogna alla grandezza del tutto sopra un oggetto particolare, in tal caso la troppo continuata serie di una spezie di cose fa che si dilegui dalla mia mente l’idea delle antecedenti, e che io non possa figurarmi se non degli oggetti susseguenti simili a questi che ora mi fanno impressione; ed ecco che io non m’interesso giá piú per il tutto, ma per le parti solamente; ecco fatto d’un poema piú poemi; ecco diminuito l’interesse e diminuito il piacere contro l’intenzione dell’arte e contro la promessa dell’artista. E questo è il vizio che proviene dalla sproporzione nelle parti di quantitá. Debbono adunque, non solamente gli oggetti che son destinati a formare un tutto, ma eziandio le serie di essi oggetti costituenti le parti sensibili del medesimo tutto; debbono, dissi, aver somiglianza, relazione, proporzione fra loro, cosí di qualitá, come ancora di quantitá; e, oltre di ciò, debbono avere le stesse proporzioni col tutto, di cui essi hanno ad essere o elementi