Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/229

Da Wikisource.

o parti. Questa proporzione de’ vari oggetti e delle varie parti fra loro, e di esse al tutto, e del tutto medesimo al fine per cui è destinato, è quella da cui massimamente resulta la bellezza degli oggetti naturali, ossia la impressione che eccita in noi il sentimento del bello all’occasione di essi. I piú bei fiori son quelli ne’ quali sono raccolti dalla mano della natura i colori piú gradevoli all’occhio, ne’ quali i detti colori sono degradati in modo che formino varie tinte, e per conseguenza tanti oggetti quante sono le linee di gradazione per le quali si procede; ne’ quali queste diverse tinte sono appunto somiglianti e proporzionate fra loro, perché sono gradi d’una medesima scala; ne’ quali ci si presentano tante linee curve, che variano dolcemente camminando di punto in punto; ne’ quali queste linee curve, rinascendo, sempre simili, l’una dopo dell’altra, formano un circolo che è principio e termine di se medesimo; ne’ quali appaiono vari circoli, l’uno all’altro sovrapposto, camminanti per varie graziose curve, e corrispondcntisi e proporzionatisi fra loro nella distanza delle loro periferie, e per conseguenza nella grandezza loro; ne’ quali finalmente, per tutte queste cose, appare una dolcissima varietá d’oggetti, congiunta in una bella unitá, di modo che non può lo spettatore trattenersi contemplando una parte senza che la riferisca al suo tutto, e perciò, in contemplando ciascuna delle parti, senta la gradevole impressione di quel tutto, che deve in lui eccitare il sentimento del bello. Tale è la rosa, la quale presso tutte le colte nazioni è stata perciò sempre mai reputata il piú bello de’ fiori, e creata reina di essi, e tutti i poeti dell’antichitá ne hanno cantate le lodi, e fatta l’hanno, per l’eccellente bellezza di lei, l’ornamento delle loro feste e il simbolo ile’ loro piaceri; e, perché alla semplice bellezza delle sue forme non mancasse la bellezza de’ colori, l’hanno, di bianca che prima era, fatta divenir gradatamente vermiglia, favoleggiando che la piú bella delle divinitá loro la tignesse una volta del suo sangue celeste. Tutti gli altri fiori di mano in mano che si assomigliano a questo nella bellezza de’ loro primitivi colori, nella simpatica e graziosa composizione di essi, e nella primitiva grazia, e nella proporzionata varietá