Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/233

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prima d’ogni altra cosa l’architettura destar nell’animo l’idea della soliditá e poi il sentimento del bello, sarebbe troppo contrario all’idea della soliditá, che ci si rappresenta nella linea retta, il collocare nella parte inferiore dell’edificio gli ornati, i quali son composti ordinariamente di curve. Per questo è che gli architetti hanno posto il fregio nello intavolamento e immediatamente sotto alla cornice, cioè nella parte piú elevata dell’edificio, dove non ci è piú altro peso visibile da portare. Dall’altra parte l’architetto, presentandoci i suoi ornati nella parte piú alta dell’edificio stesso, espone meglio davanti a’ nostri occhi le graziose forme de’medesimi ornali; inoltre li presenta nel migliore aspetto possibile, allontanandoli alquanto dallo sguardo; e con ciò facendo prender loro una leggerezza ed una delicatezza assai maggiore per la lontananza e per la quantitá dell’aere interposto, senza che nondimeno vi si generi confusione veruna per la proporzione che hanno essi ornati coll’altezza totale dell’edificio. L’architetto parimente, avendo a propria disposizione piú sorte di marmi od altre materie da potersi mettere in opera, colloca le piú belle e le piú preziose nelle parti piú distinte e piú visibili del suo lavoro, come nelle colonne, ne’ capitelli e simili, acciocché in tal guisa si senta meglio la bellezza de’ particolari oggetti, e meglio risplenda la prima fronte di tutto l’edificio. Finalmente egli distribuisce in tal modo tutte le membra proporzionate dell’opera, e le colloca a tali distanze l’una dall’altra, che rimangano distinte, e si rilevi agevolmente il carattere di tutta l’opera e la bellezza particolare di ciascun membro. In somigliante modo il dipintore mette nel miglior sito possibile la principale figura che dee caratterizzare il quadro; e, per ciò fare, la colloca egli ordinariamente nel mezzo della tavola, o vicino ad esso; versa sopra di quella la massa maggiore del lume; la tiene, secondo che comporta la natura del suo soggetto, piú isolata dalle altre, che non sono le altre fra loro, ed esercita sopra di essa tutti gli sforzi maggiori della sua diligenza. Le altre figure le dispone egli secondo il piú o manco d’interesse che pigliar debbono nell’azione rappresentata. E, se la qualitá della sua imitazione