Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/236

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dianzi, ed una bellezza eccellentissima di disegno e d’invenzione, ed una esattissima proporzione delle parti, ed una preziositá rarissima di marmi, di bronzi e d’ori, ed una ricchezza ed eleganza sorprendente di statue, di bassirilievi, ed altri simili ornamenti dell’opera; supponghiamo, dissi, che questo edificio, per un improvviso tremuoto, venga a rovinare sopra di sé: dove sarebbe allora la bellezza del disegno, la proporzione delle parti, l’e(Tetto giudizioso degli ornati e la vaga unione di vari oggetti in un tutto? L’edificio sarebbe sciolto in diversi oggetti; alcuni, a dir vero, belli di per sé, ma una gran parte indifferenti ed anche deformi, perché non applicati a quel luogo onde dipender doveva la loro bellezza; e per conseguenza il tutto non sarebbe altro che una informe congerie, dove non risplenderebbe piú veruna intenzione dell’arte, che mettesse lo spettatore in isperanza d’un fine, per dargli poscia il piacere d’cssernc appagato. Tale, o simile a questo, sia nelle sue parti, sia nel tutto, riesce un discorso o un poema dove non regni quest’ordine di cui trattiamo; e in quella parte dove quest’ordine manca senza proposito, in quella parte ci dee pur dispiacere il discorso o il poema. Conviene adunque serbar l’ordine in ogni opera dell’arte, non solo per andar piú sicuramente, piú facilmente e piú brevemente al fine proposto, ma eziandio per ottenere il piú grande effetto possibile, dicendo o presentando prima quello che prima debb’essere o detto o presentato, di poi quello che di poi, e tralasciando, secondo il precetto del soprammentovato Orazio, e trattando leggermente alcune cose, e sopra altre trattenendosi piú lungamente, giusta l’importanza di esse, assoluta o relativa al nostro caso.

Capo VII

Della chiarezza. Se la proporzione fra gli oggetti e fra le parti che compongono il tutto dell’arte conduce a crear l’unitá; se l’ordine è quello che rende sensibili gli oggetti e le stesse proporzioni,