Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/248

Da Wikisource.

scioglimento di questo nelle parti, operati per i piú semplici e migliori mezzi possibili, e renduti sensibili, per quanto si appartiene all’espressione, colle forme le piú proprie, le piú naturali e le piú opportune che richieder si possa nel dato caso. Queste cose ottener non si possono quando l’artista non abbia le facoltá che di sopra si sono annoverate. Ma, qualora egli le abbia, non può egli, generalmente parlando, non eseguir le dette cose facilmente: la facilitá del lavoro non può non comparire nell’opera, e l’opera per conseguenza dee cosí aver quel pregio, che è il compimento e la perfezione di tutti gli altri, cioè la facilitá, della quale si è abbastanza parlato.

Capo IX

Della convenevolezza. Non solo è necessario che per l’opera dell’arte si scelgano oggetti atti ad interessare notabilmente l’uomo, che questi oggetti abbiano varietá, che abbian proporzione, che formino un oggetto totale per mezzo dell’unitá, che sieno trovati, accordati, presentati con semplicitá e facilitá di mezzi ed operazioni ; ma è necessario ancora che questi oggetti, componenti l’opera dell’arte e tutta l’opera stessa, sieno convenienti alla maggior perfezione dell’uomo ed alla maggior perfezione delle circostanze, in cui può egli rispettivamente trovarsi. L’uomo può esser considerato sotto vari aspetti, o come creatura senziente, o come creatura ragionante, o come avente opinioni e costumi, o come avente intenzioni e fini particolari, o come costituito in circostanze diverse d’etá, di condizione, di luogo, di tempo e simili. Sopra la base di queste cose è fondato il principio della convenevolezza, ossia del decoro, famoso presso i maestri di tutte le arti, e secondo il quale l’artista operando ha riguardo all’uomo, sotto a questi e simili aspetti considerato. Fa di mestieri di procedere con metodo e con precisione, massimamente trattandosi di questo principio, il quale rettifica