Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/290

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maniera dello scrivere ma anche al buon giudizio ed al buon costume. Primamente le Vite del Vasari, benché trattino d’arti speziali e d’opere d’artefici, sono scritte con tanta chiarezza ed in un linguaggio cosí a tutti comune, che la intelligenza n’è facile anche a chiunque non abbia appreso i principi né teoretici né pratici delle arti. In secondo luogo la lettura di queste Vite è sommamente dilettevole per la novitá e varietá de’ piacevoli, degli stravaganti e de’ grandi, ora lieti ora funesti, accidenti che narrati vi sono. Questi accidenti tanto piú ne interessano, commovendo i nostri affetti, quanto che sappiamo che sono intervenuti veramente, a differenza di quelli che fingonsi ne’ romanzi e nelle novelle, della cui falsitá ci consta, e che oltre di ciò sono assai volte inverosimili ed assurdi. Inoltre si fatti accidenti vi sono applicati, secondo la veritá della storia, ad uomini grandi nel loro genere, de’ quali naturalmente desideriamo di sapere le avventure, e nel tempo stesso vi sono dipinti i costoro caratteri e costumi, i quali ci sorprendono e ci dilettano estremamente colla loro novitá; conciossiaché gli uomini eccellenti non siano giammai mediocri né comunali, si nelle virtú come negli errori della niente e del cuore, e tutto ciò che esce dell’ordinario e del mediocre ha forza d’interessarci, e per conseguenza di recarne diletto. Queste cose poi si verificano spezialmente de’ pittori e d’altri simili artisti, de’ quali, per antica esperienza, si sa esser eglino d’ordinario uomini di nuove maniere e bizzarre. Ci si potrebbe opporre per avventura che, in leggendo le Vite del Vasari, contuttoché si possa veramente ricavar quel diletto che dalle anzidette cose resulta, nondimeno, avvegnaché gli accidenti, i caratteri e i costumi, che quivi si espongono, sieno realmente stati, non si può, leggendo quelle Vite, aver quel piacere che proviene dal veder la natura bene imitata, come si fa ne’ poemi, ne’ romanzi, nelle novelle e in altre simili produzioni dello spirito umano. A ciò noi rispondiamo che non è nostro pensiere di condannare giammai ciò che v’è d’eccellente in qualsivoglia genere, imperocché anzi ne raccomandiamo vivamente la cognizione e lo studio ; ma desideriam soltanto che alla lettura delle cose