Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/291

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mediocri ed inutili si preponga sempre quella delle utili e delle ottime. Quanto poi alla imitazione, è da notarsi che due sorta d’imitazione si danno: la prima è quella che si fa quando, inventando e fingendo, si espongono dall’arte gli oggetti quali son potuti o possono essere, come fa il poeta nell’epopeia e nella drammatica, o come fa il dipintore nelle storie o nelle favole che egli rappresenta. L’altra sorta d’imitazione è quella che si fa quando, né inventando né fingendo, l’arte per li mezzi convenienti toglie a rappresentare ai sensi o alla mente una immagine di cose quale realmente ha esistito ed esiste, come fa lo storico nelle sue narrazioni, e qualsivoglia scrittore o parlatore nella manifestazione che fa delle proprie idee, e lo stesso dipintore ne’suoi ritratti. Ora, tanto nell’un genere d’imitazione come nell’altro, si può bene o male, piú o manco perfettamente operare: ed egli è nel secondo genere che il Vasari, considerato come narratore di fatti, è al pari di ogn’altro eccellente; imperocché, coi colori dello stile, crea egli nella mente di chi legge un’immagine cosí viva e cosí energica delle cose, che, come si è riferito piú sopra, ci par d’averle sotto a’ nostri sensi tali e quali dovettero esistere in realtá. Ma, oltre che le Vite scritte dal Vasari riescono assai dilettevoli a leggersi, sono anche molto utili ad ogni genere eli persone: prima, perché contengono le notizie di molti uomini grandi, che ogni uomo gentile e ben educato dovrebbe vergognarsi di non conoscere, come si vergognerebbe di non conoscere Cesare od Alessandro: secondo, perché nelle memorie degli uomini grandi noi veggiamo piú apertamente il giuoco, il contrasto e la forza delle umane passioni, e da ciò noi apprendiamo le regole della prudenza, giusta le quali condur noi medesimi nell’uso della vita. Dall’altra parte in esse veggiamo i cominciamenti, i progressi e la perfezione delle arti e delle scienze; con che apprendiamo a misurar le forze dell’umano ingegno, secondo le circostanze nelle quali esso trovasi; e con amendue queste cose insieme ci avvezziamo a conoscer l’uomo, sia nelle facoltá della mente, sia negli affetti del cuore: nel che consiste la scienza piú importante che studiar si possa, e la