Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/31

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ché io col favor divino vi scorgo do d’un altro, efficacemente vocosi bene animato, parlerovvi leala sempre a lato. Gli parve con quella libertá che mi det- nondimeno piú prudente consitano e la santitá del mio abito glio il venirlo disponendo con e ’l zelo del vostro bene. I me- richieste piú agevoli a quello, dici unitamentev’han disperato; che di tutto era il piú malageperò, se volete compor le vostre vole. Che però cosí prese a dire: partite, se volete nettar la vostra — Or via su dunque, poiché io coscienza, poche ore vi rimar- per favore divino cosí bene aniranno. — Tanto piú dunque — mato vi scorgo, con quella lisoggiunge l’altro, — affrettiamo- bertá parlerovvi, che richiesta è ci. C’ho da fare? — Avreste — al carattere della mia sacerdotal ripigliò il padre — per avventu- dignitá, ed allo zelo che debbo ra alcun creditore, a cui conve- avere della vostra spirituale sanisse di soddisfare ? — Gli aveva, lute. I medici di comun parere ma gli ho soddisfatti. — Avre- disperanodellaguarigion vostra: ste niente d’altrui, che dovreste che però, se volete le partite vorendere? — L’avea, ma l’ho pa- stre acconciare e purgar la corimente renduto. — E se per scienza, poche ore vi rimangono l’addietro aveste portato male- di vita. — Tanto piú, — colui volenza ad alcuno, non la de- soggiunse, — dianci fretta: che ponete dall’animo?— La depon- ho da far io? — Avreste voi algo.— Perdonate a chi v’ha of- cun creditore per avventura, — feso? — Perdono. — Vi umiliate ripigliò il padre, — cui di soddia chi avete offeso? — Mi umi- sfar bisognasse? — Gli avea, ma lio. — Non volete per ultimo ho lor soddisfatto. — Avreste ricever i sagramenti, come con- mai altro, che da restituir fosse? viensi ad uom cristiano, per — AveaIo,ma l’ho pur restituito. armarvi contra le tentazioni del- — E se per addietro nodrito al’inimico e contra i pericoli del- veste verso d’alcuno malevolenl’inferno? — Volentierissimo gli za, la ponete giú voi dall’animo? riceverò, se voi, padre, vi com- — Di cuor la depongo. — Perdopiacerete di amministrarmeli. — nate voi a chi v’offese?— Ben Ma sapete pure che questo non gli perdono. — Chi offeso avete, si potrá, se prima non licenziate gli fate umile scusa? — Di buon da voi quella giovine? — Oh, grado la faccio. — Volete voi questo non posso, padre, non dunque finalmente i sacramenti posso. — Oimè! che dite? «Non ricevere, come ad uom cristiano posso»? Perché non potete? E po- si conviene, per armarvi contra tete e dovete, signor mio caro, se le diaboliche tentazioni ed in-