Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/326

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passioni, non fino a quel grado però che le sente colui onde primamente provengono i medesimi segni, si diedero ad imitarli, giudicando che l’imitazione, quanto s’allontanerebbe dalla cagion del dolore, tanto s’avvicinerebbe al puro e solo piacere. Cosí essi applicaronsi ad imitare le giaciture e i movimenti del corpo dell’uomo appassionato, e ne composero il ballo; le diverse modulazioni della voce, e ne fecero la musica; i sentimenti e le parole, e ne nacque la poesia. Come però i segni dell’uomo appassionato sono sempre piú veementi, piú forti e, per cosí dir, piú scolpiti, che non son quelli dell’uomo che trovasi in calma, cosí riescono tali le parole e l’espressioni. Quindi è che la poesia ha un linguaggio diverso da quello della prosa, che esprime piú arditamente e piú sensibilmente i nostri pensieri, e vien sostenuto dalle immagini e da certi tratti piú vivaci e lampeggianti: in guisa che corre tra il linguaggio della prosa e quello della poesia lo stesso divario che corre tra l’uomo che riflette e discorre, e tra l’uomo ch’è commosso ed agitato, le cui idee sogliono essere piú rapide e, per cosí dire, dipinte a piú sfacciati colori. Perciò il linguaggio della poesia è cosí naturale come quel della prosa; e quindi è che si l’uno come l’altro sono sempre stati comuni ad ogni nazione. Da questa teorica, che forse può parere troppo lunga, ma che è, al mio credere, necessaria per ben capire che cosa sia l’arte poetica, facilmente altri può dedurre se sia o no vero e reaie diletto, o se dalla sola opinione dipendano o no que’ dolci movimenti d’ira, di nausea, d’abbominazione, d’orrore, d’amore, d’odio, di téma, di speranza, di compassione, di sospetto, di disprezzo, ili maraviglia, che pruova nel suo cuore colui che assiso nella platea vede da eccellenti attori rappresentarsi la Meropc , o che in un’amabile solitudine osserva gli affetti sempre diversi dell’illustre amante di Laura, i sublimi capricci e grotteschi di Dante, le gelosie di Bradamante, le lusinghe d’Alcina, i furori di Rinaldo, le tenerezze d’Erminia, e simili. Egli è adunque certissimo che la poesia è un’arte atta per se medesima a dilettarci, coll’imitar ch’ella fa della natura e