Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/354

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uomini di lettere unicamente curiosi ed ambiziosi; a’ quali vizi voi senza dubbio ne avrete aggiunti mille altri, dal vostro sagace discernimento scoperti. Ora veggiamo come tutti questi vizi si dileguino in un momento, e come in quel cambio sorgano grandissimi beni, se la caritá diviene la scorta e la maestra d’un letterato. QueU’uomo d’ingegno, che sul principio della sua letteraria carriera è assistito dallo spirito della caritá, prima d’ogni altra cosa riflette seco medesimo che l’uomo dabbene dee consacrare alla utilitá de’ suoi prossimi, ossia della repubblica in cui vive, ciò che, oltre la conservazione di se medesimo, formar dee l’occupazione principale della sua vita. Con questa persuasione, lasciati da un canto quegli studi che a lui pare non poter esser principi né strumenti di alcuna verace utilitá, ad un di quelli si appiglia, che a lui pare poterlo essere ed al quale si sente piu naturalmente disposto. Nel cammino di quella parte di letteratura da sé principalmente intrapresa raccoglie da piú o da meno utili altri studi, che gli si presentano sulla via, que’ soccorsi che conferir possono a rendere il suo particolar sapere piú vantaggioso a sé ed a’ prossimi suoi. Stende spesse volte la mano anco negli altri diversi campi della letteratura, sempre per cogliervi frutti, e non giá fiori soltanto. Allorch’egli sente vicino il tempo che la sua opera può essere di giovamento altrui, allora è che vie maggiormente lo infiamma la caritá dell’altrui bene. Essa medesima vie piú accende la sua curiositá, finché il vantaggio gli si appresenta, ed essa medesima, qual fido Mentore, lo íitrae di lá ove comincia la vanitá e la menzogna, persuadendogli che la curiositá del letterato giá non debb’essere di sapere, ma di saper ciò che n’è vantaggioso, e che in ciò solo consiste la vera sapienza. Quindi non fia maraviglia, se, non avendo egli altro avuto per obbietto de’ suoi studi fuorché l’utilitá ed il vero, noi il vedrem poscia produr nelle sue opere frutti alla sua lodevole intenzione corrispondenti, e il suo paese ed il pubblico ne rimarrá insieme contento ed edificato. Qual vizio potremo noi riprendere ad un uomo di lettere di questa fatta? Forse l’invidia de’ talenti altrui? Ma egli, che per