Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/74

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1 6 S li - SCRITTI POLEMICI egualmente tutte le lettere e le lingue piú colte e nobili: il che piú manifestamente appare da quanto lo stesso Ansioso prosegue a dire. Egli è perciò evidente che l’eccezione, che voi avete fatta de’dotti sul proposito dell’affettazione, né dee né può cadere sopra tutti quegli altri passi del vostro primo dialogo, in cui o dello studio parlate della nostra lingua milanese, o di coloro che la studiano o che compongono in essa. E, quantunque poco dappoi U) voi facciate cadere il vostro discorso sopra la lingua milanese e coloro che la studiano, non per tanto, essendo questo troppo disparato dal vostro assunto, che è di parlare dell’affettazione, non può dirsi per verun conto che quel, che avete detto eccettuando i dotti a proposito di essa, risponda punto o sia annesso a ciò che poco dappoi soggiugnete riguardante a chi studia la nostra lingua, e molto meno risponda a quel che ne dite in altri luoghi del vostro dialogo affatto disgiunti t 2 ). Che se pure voi aveste pensato ad eccettuare i dotti in tutte quelle occasioni, in cui vi fosse paruto di dover biasimare i milanesi nel primo vostro dialogo, sarebbe stato mestieri che fino dalla introduzione di esso aveste fatto questa protesta, dicendo che voi intendevate di eccettuare i dotti da tutto ciò che voi foste per dire intorno alle cose nostre: perciocché allora niuno avrebbe potuto riprendervi di averli biasimati, qualora il fatto non avesse contraddetto alle vostre proteste, come appunto accaderebbe nel presente caso. Né piú di tutte le accennate scuse vale a difendervi quella, che voi aggiugnete nel secondo dialogo, cioè che voi abbiate salvato da ogni oltraggio i nostri dotti studiosi della lingua milanese con lo aver dette alla pagina diciannovesima queste parole: «Egli è però vero che gli uomini ancora piú colti scherzano talvolta, e massime tra’ bicchieri». Conviene rammentarvi ciò che immediatamente avanti a queste parole disse il Sollecito, e ciò che immediatamente dappoi soggiunse lo Accorto, per (1) D. I, p. 19. (2) D. I, pp. 20, 53.