Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/9

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GIUSEPPE PAR INI all’abbate PIER DOMENICO SORESI Voi mi comandaste, a questi giorni addietro, ch’io leggessi il libro del padre maestro Alessandro Bandiera, intitolato: / pregiudizi delle umane lettere , e che dappoi ve ne dicessi quel ch’io ne sento. Per veritá, lo aver voi confidato di troppo nella debolezza del mio giudizio non mi debbe iscusar per verun conto dall’ubbidirvi ; né il nome, nella letteraria repubblica chiarissimo, di quello scrittore m’ha a rattener punto dal palesarvi liberamente il mio parere sull’opera di lui. Io vi protesto però che il solo amor della veritá fammi por mano alla penna; e che, dove il mio giudizio singolarmente irragionevol sembrasse, voglio che sia soggetto al parer de’ piú e meglio intendenti uomini, che l’opera leggeranno del padre Bandiera. Io ho vedute, molto prima d’ora, tre altre onorevoli fatiche di questo autore. Due le ho scorse leggermente perentro, siccome colui che necessitá di leggerle non avea; cioè i due volgarizzamenti, l’uno delle Vite di Cornelio Nepote, e l’altro delle Orazioni di Cicerone. Esse mi parvero senza dubbio opere utilissime agli studiosi, perocché quivi il traduttore ha con assai diligenza conservate le bellezze dell’originale, e convenevolmente espressa la forza e l’energia del latino linguaggio. Io oso dir che la traduzion di Cornelio è assai buona, e quella di Cicerone è indubitatamente la migliore di quante perinsino a qui ne siero state fatte nella nostra lingua, se noi non ne vogliamo eccettuare alcune orazioni traslatate da messer Cornelio Frangipane, dal Bonfadio e dal Tagliazucchi, uomo da non lasciarsi dopo