Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/91

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di condannar quelle cose, che nella subitezza della passione gli sono sfuggite. Allora egli confesserá che solamente nelle battaglie sta la vittoria a favor di colui che riman padrone del campo, ove nelle dispute letterarie colui vince che di piú valide ragioni è fornito. Sopra queste sole giudicano i savi, mentre che il volgo degl’ignoranti fonda le sue decisioni sopra la quantitá de’ volumi. E questo è il motivo per cui la lunga serie delle scritture del padre Branda non potrá giammai spaventarmi; e, siccome fo conto d’essere di lui piú giovine, cosí, se qualche fondamento puossi avere sopra la nostra vita, spero anche di sopravvivergli e di potere scrivere dopo di lui. Direbbe il padre Branda, se mai gli pervenisse questa mia lettera, che in fatto di sentenze non la cedo un dito a «Seneca morale»; ma dica egli prima se queste non sono opportune al caso presente. Voi si, o amico gentilissimo, mi potete riprendere, perché, divertendomi in esse, non proseguo a compiacervi di ciò che mi avete richiesto. Ed eccomi a farlo, con patto nondimeno che voi mi lasciate sentenziare e moralizzare a mia posta e dove buono mi sembrerá. Il titolo della prima scrittura dal padre Branda a me diretta è molto singolare, né men singolare è tutto il corpo di essa. Scorriamola cosí leggermente, e vedrete che cosa io ne pensi. Nel bel frontespizio egli esce con una fanciullaggine appena sopportabile in uno de’ suoi scolari. Voi sapete che nel frontespizio della mia prima operetta diedi, a lui ed a me, il titolo di «milanese». Egli si accorse del vero, e disse fra se medesimo cosi: — Costui vuole innanzi tratto mostrare, anche nel titolo della sua opera, come io, essendo milanese, ho avuto maggior torto di offendere i miei patriotti, e ch’egli, essendolo pure, ha ragione di scrivermi contro. Bisogna adunque vendicarsene, e chiamarlo «milanese di Bosisio». Cosí noi verremo a fare un viaggio e due servigi: mostreremo ch’ei non ha ragione di volersi chiamar «milanese», né conseguentemente di difendere i milanesi e la loro lingua; e allo stesso tempo il faremo arrossire, pubblicando l’oscuro luogo de’ suoi natali. Oh il leggiadro pensiere! oh il bellissimo trovato! — Egli stampa adunque la sua lettera.