Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/124

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SOGGETTI PER SE! SOPRAPORTE NELLE STANZE DELLA SIGNORA CONTESSA CONFALON1ERI L’amore vorrebb’esser eterno. Un amorino forte ed ardito si sforza di legare il Tempo con catene di rose. Un altro ne spezza dispettosamente l’oriolo, lasciandone cader la polvere sul suolo. Amore ci occupa anche nel sonno. Il Sonno, giovane grassotto, coronato di papaveri, dorme sulla sponda d’un lento ruscello sotto una tenda nera, ombreggiata di foltissime piante. Un amorino gli solletica il viso colla piuma d’un dardo. Un altro ride. La musica e l’eloquenza giovano in amore. Mercurio insegna sonare il flauto ad un amorino. Un altro, tratto uno de’ calzari alati a Mercurio, tenta di calzarlo a sé. Il vino temperato giova in amore: il soverchio nuoce. Racco, bello e giovane, seduto presso un ruscello con una coppa di vino in mano. Un amorino con una chiocciola vi mesce dell’acqua. Un altro seduto si mette, scherzando, una corona d’ellera in capo. La immodestia dispiace ad Amore. Venere dorme mezzo ignuda. Un amorino licenzioso, co’ piedi e le orecchie di capra, tenta di scoprirne l’altra parte, guardando con lasciva curiositá. Un altro amorino piú grande sopravviene minaccioso, e lo respinge. Nè meno il savio può tenersi sicuro dall’amore. Pallade, seduta mezzo spogliata, colle armi giacenti accanto a sé, minaccia di spezzar con un ginocchio l’arco d’un amorino. Questi, prostrato e piagnente, la priega che gliel restituisca. Un altro, piú grande e tutto minaccioso, in disparte, si morde il dito, accennando che ne fará vendetta.