Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/128

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Esse Grazie in certa distanza da Giove, coricate sopra le nuvole ed atterrite alla vendetta di Giove, e quasi in atto d’impedirla, se potessero. L’intervento delle Grazie giova a provare che la giustizia debb’esser graziosa e moderata piú che si possa. La distanza, in cui sono collocate le Grazie stesse lungi da Giove fulminante, dimostra che la grazia non dee però nuocere alla giustizia. Giove, il piú bello dio che si possa, di forme grandi, con una maestá e spezie di riposo anco fra l’ira, con panneggiamento grandioso. La Giustizia, giovane matura di forme severe, con intero panneggiamento. Le tre Grazie con poco panneggiamento libero. SOGGETTI PER LI SOVRAPPORLE A BASSORILIEVO DELLA SECONDA STANZA DEGLI ARAZZI, PER IL SIGNOR TRABAI.ESI i. Il re Fineo istruisce Giasone intorno alla navigazione a Coleo. Lido del mare, dove, seduto sopra una pietra, si vede un re con fisonomia ed atteggiamento da cieco, in atto di parlare ad un giovane guerriero, che sta riverentemente in piedi davanti a lui. Dietro al re si veggono in piedi alcuni cortegiani ; e dietro a! guerriero un drappello di soldati. Daiia parte del re vola in alto un’arpia; e dalla parte de’ soldati si vede la prora d’una nave approdata. 2. Giasone domanda al re Eeta il vello d’oro. Parte di palazzo, dove siede un re sul trono, in atto collerico e minaccioso. Guerriero ardito dinanzi a lui, in atto di metter la mano alla spada, minacciando d’ottener per questo mezzo ciò che gli vien negato. A piedi del trono e vicina al re, giovane donna, che mostra di guardare con grandissimo interesse il guerriero. Dalla parte del re cortigiani e guardie. Dalla parte del guerriero drappello d’armati.