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40 x - dialogo sopra la nobiltà


di rispetto e di venerazione, ch’altri avesse per voi? Oh! voi la sbagliate di molto, se ciò voi credete.

Nobile. Che eran egli adunque? Starommi a vedere ch’io mi viveva ingannato anche in ciò.

Poeta. Statemi bene ad udire. In che consiste il rispetto, che altri porta a qualche cosa o a qualche persona? nelle parole forse e in alcuni gesti determinati, o anzi in qualche sentimento, che altri provi nel suo animo per riguardo a quella cosa o a quella persona?

Nobile. Egli significa, se io però so bene quello ch’io mi dica, certi cenni e certe parole, che altri usa verso ad alcuno, da’ quali questi comprende d’esser onorato e venerato da colui che li fa.

Poeta. Voi v’ingannate. Il rispetto non è altro che un certo sentimento dell’animo posto tra l’affetto e la maraviglia, che l’uomo pruova naturalmente al cospetto di colui, ch’ei vede fornito d’eccellenti virtú morali o d’eccellenti doti dell’ingegno o del corpo. Questo sentimento per lo piú stassi rinserrato nel cuore di chi lo prova, e talvolta ancora per una certa ridondanza prorompe di fuora ne’ cenni o nelle parole.

Nobile. E quegli inchini, che mi si facevano, e que’ titoli, che mi si davano, non provenivan egli forse da cotesto sentimento che tu di’?

Poeta. Eh, zucche! Egli è passato in costume tra gli uomini che coloro, che sono arrivati a un certo grado di fortuna, volendo pure per eccesso della loro ambizione slontanarsi dalla comune degli altri mortali, si sono assunti certi titoli vuoti di senso, ed hanno richiesto da coloro, che avevan bisogno di essi, certi determinati atteggiamenti da farsi alla loro presenza. I capi de’ popoli sonosi prevaluti della vanitá de’ loro soggetti, ed hanno di questi segnali instituito un commerzio, per mezzo del quale i ricchi ambiziosi, cambiando i loro tesori, si comperano fumo e vanno imbottando nebbia. Gli sciocchi poi, i quali non pensano piú lá, dannosi a credere che coloro siensi comperati insieme co’ titoli e colle distinzioni anche il merito, il quale non si compera altrimenti, ma si guadagna colle sole proprie virtuose azioni. I savi non cascano però a questa ragna: e sebbene,