Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/55

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eran via capo a fondo coperti di dammasco cremisi, raccolto per tale uso da quasi tutte le chiese di Milano, ed ornati di festoni, di frange e di fasce d’oro e d’argento. Negli intercolonni fino a notabile altezza salivano degli archi accompagnanti l’architettura gotica del tempio, fatti essi pure a rilievo di tocche d’oro e d’argento; e sotto di essi camminava una specie d’architrave fatto alla stessa guisa. Da questo pendevano continue lumiere di cristallo portanti gran numero di candele accese, e sopra i detti archi ed intorno ai piloni fiammeggiavano vari ordini di doppieri. Il coro e i grandi pulpiti di bronzo apparivano singolarmente ornati della bellissima tapezzeria di dammasco cremisi ricamata d’oro, appartenente a’ gesuiti di San Fedele, ed erano con pari dovizia che ordine illuminati per ogni parte. Tutto questo apparato tanto piú meritava di considerazione per essere stato fatto in pochi giorni, e per essere assai difficile di proporzionarsi con gli ornamenti alla vastitá ed alla forma singolare del tempio. Il largo spazio del suolo interposto ai quattro piloni, che sostengono la cupola, era alzato dal piano comune della chiesa per via d’un gran palco, che andava a congiugnersi e formare un piano medesimo col pavimento del coro, e al quale palco si saliva per alcune gradinate distribuite ne’ luoghi piú opportuni. Sopra di questo palco e nel coro videsi spiegata la numerosa comitiva de’ ministri e della nobiltá, mentre che nel presbiterio, dove erano i reali e serenissimi principi, celebrossi dall’eminentissimo cardinale arcivescovo la cerimonia della benedizione nuziale. La santitá e la maestá del rito, la dignitá de’ principi, la gravitá del ministerio, il decoro delle dame e de’ cavalieri, la magnificenza degli abiti, la fulgidezza delle gioie, la vaghezza e l’eleganza degli ornamenti, e mille altre simili cose insieme congiunte presentavano, dall’alto di questo gran palco, uno spettacolo atto ad occupar sublimemente l’imaginazione. Celebrata la solennitá con quelle osservanze che si costumano in tali occasioni, tornaron le LL. AA. RR. l’arciduca e l’arciduchessa sua sposa verso il regio ducal palazzo, coll’accompagnamento ed ordine stesso con cui eran venuti, e fra le reiterate