Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/63

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tanti forastieri, che andavano di giorno in giorno sopravvenendo. Stendevasi adunque il giro delle predette carrozze per tutto il lunghissimo tratto, che conduce dalla piazza del duomo fino alle mura della porta Orientale, il quale medesimo spazio doveva poi servir di carriera per la futura corsa de’ barberi. Dopo il banchetto delle spose, seguito il giorno antecedente, furono levati i cancelli, che erano stati posti alle facciate della sopra descritta sala, non tanto per ornamento del luogo, quanto per impedirvi l’accesso delle carrozze; di modo che poterono poi le medesime stendersi girando anche per tutto lo spazio contenuto tra i verdi portici, dove dal palco destinato per la musica ascoltavasi una continua sinfonia. Nell’occasione di questo e di simili successivi corsi delle carrozze ebbe campo di spiegarsi la ricchezza, la singolaritá e la pompa de’ cavalli, delle dorature, delle vernici, delle livree, che il lusso de’ grandi e de’ privati aveva spezialmente preparati per la presente occorrenza. Giunta la notte, e intervenute le LL. AA. RR. al teatro, che fu sempremai affollatissimo di popolo, diedesi principio alla rappresentazione della serenata, intitolata YAscanio in Alba. Questo drammatico componimento, autore del quale è l’abate Parini, conteneva una perpetua allegoria relativa alle nozze delle LL. AA. RR. ed alle insigni beneficenze compartite da S. M. la imperadrice regina massimamente a’ suoi sudditi dello Stato di Milano. La musica del detto dramma fu composta dal signor Amadeo Volfango Mozart, giovinetto giá conosciuto per la sua abilitá in varie parti dell’Europa; e fu eseguita dalle parti nominate di sopra, trattane l’ultima, perché il soggetto ammetteva minor numero d’attori. Se la rappresentazione teatrale della sera antecedente era riuscita magnifica e grandiosa, questa seconda incontrò pure il gradimento dei principi e del pubblico per la sua nobile e variata semplicitá. I cori di geni, di pastori e di ninfe, e i piccioli balletti ad essi obbligati, che interrompevano di tanto in tanto il corso de’ recitativi e delle arie, formavano nello stesso tempo un continuo e vario legamento d’oggetti, atto a conciliare alla scena notabile vaghezza. La decorazione poi tutta e la