Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/73

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riusci nel suo genere singolare, e per il grande concorso degli spettatori, e per il numero e la qualitá de’ cavalli, e per il valore del premio costituito al vincitore. Per pubblico divertimento del seguente giorno ventitré fu replicato il corso delle carrozze alla romana nella stessa guisa che sopra si è descritto; ma alla sera, dopo la recita dell’opera, vi fu pubblico ballo mascherato in teatro. Il qual ballo, sebbene non fosse per sé diverso da quelli che sogliam qui vedere anche al carnovale, acquistava nondimeno un grado di novitá dal recente e piú decoroso aspetto dato al teatro. Dall’altra parte non lasciava d’essere un oggetto notabilmente grande e magnifico per i forastieri, che non lo avevano piú veduto, considerata la capacitá del luogo, la splendidezza della illuminazione, la innumerabile quantitá delle maschere e la singolare decenza, eleganza e varietá loro. Questo ballo si replicò parecchie altre volte nelle sere consecutive. La festa che si diede il di ventiquattro fu la cuccagna, spettacolo, non meno che la corsa de’ barberi, insolito nel nostro paese. Siccome rimaneva tuttavia intero sul corsodi porta Orientale l’apparato, del quale si è parlato piú volte, cosi destinossi il medesimo luogo anche per questo divertimento. Quello assai largo ed alto basamento adunque, sopra cui ergevasi il giá descritto tempietto, era con ogni abbondanza coperto di commestibili d’ogni sorta de’ piú conosciuti alla plebe, e per conseguenza de’ piú atti a solleticarne le voglie. Ma questi cibi, che si sarebbe creduto potersi destinare ad ogni altro uso fuorché a quello di dilettare lo sguardo delle persone gentili, erano stati con si bell’ordine appesi dintorno a quel basamento, e talmente secondo i loro colori e le rispettive lor forme collocati, che presentavano un vaghissimo disegno all’occhio di chi li guardava anche in piccola distanza. A piè del basamento, sul declivio della collinetta, eranvi agnellini, vitelli, polli e simili altri animali vivi, che rendevano piú naturale la campestre apparenza del luogo ed accrescevano la ricchezza della cuccagna. Le cime di due alte piante, che a guisa di maio ornavano i due lati della collinetta, erano esse pure incoronate d’altra quantitá