Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/162

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superiori; che, infine, uniformandogli studi di questo collegio a quelli dei corsi speciali dei collegi nazionali, i giovani che non vorranno continuare nella carriera delle anni o che non avranno l’attitudine per essa, potranno avviarsi in altre carriere ed intraprendere altri studi. Queste ragioni erano facili a confutare, e si può facilmente dimostrare che sono in opposizione con le massime cui devono appoggiarsi ie riforme. Non solo a giudizio della Commissione degli uffizi deila Camera, ma anche per consenso delle Commissioni ministeriali e di persone dal Ministero consultante, è riconosciuto essere conveniente che la carriera che deve intraprendere un giovane la intraprenda in un’età già matura, in un’età cioè in cui abbia discernimento sufficiente per distinguere quel che fa, e possa essere certo di avere realmente quella che dicesi vocazione per la vita di abnegazione e di sommissione che riehìedesi nella milizia, non lo faccia già in forza di abitudine contratta in un recinto ove altro non abbia conosciuto fin dai suoi primi anni se non quel genere di vita al quale forse, co! crescere in età, acquisterà avversione. Il doversi ricevere a preferenza i figli dei militari, e così avere allievi che siano, diremo, quasi immedesimati colla carriera delle armi, non parve una ragione abbastanza plausibile ; ciò tenderebbe a radicare il servizio militare in una casta, come lo fu per lo passato, ed in opposizione colle istituzioni che ci reggono, le quali vogliono che a tutti, senza distinzione di ceto, sia aperta la via a qualunque ramo di pubblico servizio; tenderebbe ancora ad avere una classe di giovani segregata dal rimanente dei cittadini, invece di procurare di rendere comune ed eguale per tutti l’educazione civile, come conviensi in un paese retto da libere istituzioni ; per ultimo, precluderebbe la via a tanti che, educati in comune coi loro coetanei, farebbero miglior riuscita in altre professioni ed in altre carriere. Nè ha gran peso la ragione che si adduce per appoggiare la proposta trasformazione, che cioè a! di d’oggi è scarso il numero dei giovani che si presentano per essere ammessi all’Accademia perchè mancano i mezzi d’istruzione preparatoria cui si provvederebbe colla creazione del collegio; la ragion* principale di tale scarsità la Commissione la vede in tutt’altro, e segnatamente nella troppo elevata pensione che rende inaccessibile l’instituto alle famiglie di ristretta fortuna, se non provviste di pensione gratuita, nel limitato numero delle pensioni gratuite e nella viziosa loro distribuzione. La Commissione è di parere che, invece di restringere l’educazione, l’istruzione e lo spirito militare a un solo instituto, sia conveniente lo estenderla a tolti gli instituti di educazione dello Stato; quindi crede che, affine di ottenere S’intento che ci proponiamo, quell’educazione ed istruzione debbano introdursi nei convitti nazionali, ore è indubitato che la gran maggioranza dei cittadini farà educare ed istruire i propri figli ; tanto più poi sarà preferibile questo sistema, ia quanto che, secondo ia proposta del Ministero, dovendo l’istruzione da darsi nel collegio militare essere la stessa de! corso speciale dei collegi nazionali, governando questi militarmente, si avrà maggior campo per la scelta degli allievi e migliori professori per l’istruzione stessa, nè si potrà più dire che mancano i mezzi di fare gli studi preparatorii. Un’altra considerazione si aggiunse per indurre la maggioranza degli uffizi e della Commissione a respingere la trasformazione stata progettata. Ognuno sa che il collegio di Racconigi fu istituito dal Re Carlo Alberto per porgere mezzi ai militari poco agiati di educare la loro prole, fissando la pensione ad una somma tenuissima, ed estendendolo ai figli dei soldati, che più degli altri ne abbisognano, imitando in ciò gli altri Stati d’Europa, nei quali quasi generalmente vi sono di cotali instituti militari di beneficenza. È vero che lo scopo di quell’instituto fu falsato fin dal suo nascere, ma non perciò cessò mai d’esistere come tale; e, comunque siasi proceduto, non fa alterata la tenue pensione nè il metodo di vita che vi s’introdusse. Ora, se «i ammettesse la trasformazione proposta dal Ministero, cadrebbe affatto questa benefica istituzione, e i soldati, che con essa si vollero favorire principalmente, sarebbero inabilitati a procurar mezzi d’istruzione ed educazione ai loro figli, non potendo in modo alcuno sopportare il pagamento nè tutto nè in parte dell’elevata pensione che col progetto ministeriale si esigerebbe. E siccome in questa terra di beneficenza non si vorrà essere da meno degii altri Stati, si sarebbe obbligati un giorno o l’altro di ricostrurre ciò che in oggi si vuoi demolire, e, invece di precurare economia nel riordinamento degli instituti militari, si verrebbe ad accrescerne i’ìmportare. Per tali considerazioni pertanto la Commissione opinò else l’istituzione benefica di Racconigi dovesse conservarsi, riformandola bensì secondo la mente del suo fondatore, provvedendo diversamente agli studi propriamente militari, e riordinando in modo adattato ai bisogni deli’esereito gli altri instituti che sono a ciò destinati. Si passò a discutere se i due corsi d’armi dette comuni, cioè fanteria e cavalleria, e quello d'armi speciali, artiglieria e Genio, dovessero tenersi riuniti o separati. Come si è già accennato, fu voto unanime delle due Commissioni ministeriali, che quei due corsi fossero totalmente sepaiati perfino di paese ; ma il Ministero non tenne conto dell’avviso di quelle Commissioni, e mentre dice di volerli separati, colla sua proposta li conserva di fatto riuniti come sono oggidì, dividendo soltanto gli studi dopo alcuni anni di corso. Negli uffizi della Camera a questo riguardo si sollevò una quistione di qualche gravità, della quale, pel mandato avutone, dovette occuparsi anche la vostra Commissione. La maggioranza degli uffizi espresse il desiderio che, ritenendo una scuola militare per ìe armi di fanteria e cavalleria, gli studi superiori deìle scienze matematiche e fisiche fossero comuni a tutti coloro che vi si dedicano per intraprendere una carriera qualunque ed a qualsiasi servizio si destinino, sia di artiglieria, Genio militare, Genio civile, marina o altro, salvo a frequentare, dopo ultimati quegli studi, le scuole speciali d’applicazione di diversi rami;in poche parole, si desiderava di creare un istituto a somiglianza della scuola politecnica di Francia. La Commissione non poteva che apprezzare cotale proposta, e di buon grado si sarebbe pronunziata per introdurla nelia iegge; ma, considerando che per ciò fare dovrebbesi toccare all'ordinamento delle scuole universitarie di matematica e di fisica; che il riordinamento secondo gli amidetti desideri! richiederebbe tempo non breve per condurlo a buon termine; che d’altronde è urgente il provvedere al servizio dell’esercito, ha creduto non essere questo il momento opportuno di farne la proposta; tuttavia essa non ne abbandonerebbe l’idea, e senza distruggere per oral’esistente, convenne che il riordinamento degli studi di artiglieria e Genio militare debba farsi in modo che facile sia e poco sensibile l’accomodarlo col tempo anche a quel sistema di centralizzazione di tutti gli studi fisici e matematici. Per tali ragioni stabilì di adottare in massima i! parere emesso dalle Commissioni ministeriali, di separare cioè affatto, anche di locale, i corsi delle armi delle comuni, da quelli delle armi speciali.