Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/407

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pertanto di per sè un potere costituzionale per l’attribuzione di podestà che ha direttamente dallo Statuto, e per la inamovibilità che lo rende indipendente dal potere esecutivo nell’esercizio delle propria attribuzioni. L’onorevole deputato But tini denunziò egli stesso alla suprema Corte di cassazione tuia sentenza di un magistrato di Appello cóntro di lui pronunziata per fatti di slampa, chiedendone la cassazione. I! ricorso a quella suprema Corte veniva da lai presentalo in un’epoca in cui egli non era ancora rivestito della qualità di deputato. Dopo di ciò iì collegio dì Saluzzo lo eleggeva a deputato. La causa essendo poscia stata chiamata all’udienza della Corte di cassazione, il patrocinatore del signor Buttimi invocò l’articolo 45 dello Statuto. Quest’articolo veniva da lui innanzitutto invocato a! fine che la Corte si riconoscesse incompetente a decidere la questione di merito, cioè se spettasse o no al signor gattini in quel caso la guarentigia stabilita dallo stesso articolo US, e quale fosse l’interpretazione a darsi all’articolo medesimo. Che se la suprema Corte fosse stata competente a statuire sulla interpretazione del succennafo articolo US, si sostenne che si dovesse dichiarare spettargli la guarentigia dallo stesso articolo stabilita, e non potersi per ciò progredire in causa finché la Camera dei deputati non vi avesse acconsentito, o non fosse chiusa l’attuale Sessione del Parlamento. La suprema Corte, coila sentenza dell’8 giugno ISSÒ, sanciva la massima: sè essere competente ad interpretare l’articolo 45 dello Statuto, ed a giudicare se e con quale estensione esso fosse applicabile ad un deputato che lo invocasse ; poscia, giudicando il merito, ed interpretando l’articolo stesso in relazione alia causa, affermava non spettare in quel caso al signor Baltins' la prerogativa stabilita dall’articolo 48; epperciò mandava spedirsi la causa nel merito dei ricorso in Cassazione all’udienza che verrebbe stabilita, ed anche questa decisione fu poscia pronunziata. La vostra Commissione debbe innanzitutto chiaramente stabilire per qua! titolo essa crede di poter prendere ad esame questo atto de! potere giudiziario. Essa non intende esaminare questa sentenza nelle relazioni giuridiche fra le parti intervenute nel giudizio ; riè intende di frammettersi in una giuridica discussione intorno all’azione pubblica o civile che vi ha dato luogo, ed alla sentenza che ha sulle medesime pronunziato. La sentenza stessa ha giudicata una questione che riguarda le prerogative della Camera; e decidendo una questione particolare, essa ha negato alla Camera l’esercizio di una prerogativa politica di lei e dei di lei membri in certi determinati casi. Ci accingiamo pertanto ad esaminare un giudicato nelle sole relazioni tra il potere giudiziario ed il potere politico, e pel solo titolo che con esso siansi in fatto ed in massima da un altro potere assunte ed usate le prerogative della Camera, menomandole nella Camera stessa e nei di lei membri. In altri termini, noi facciamo un atto politico e non un atto giuridico. E la Camera ha indubbiamente, come qualsivoglia altro potere dello Stato, il diritto di tutelare con atti politici le proprie prerogative nei termini dello Statolo, contro qualunque atto di qualsivoglia potere da cui essa reputi che quelle prerogative siano state menomate. Noi fummo d’avviso che la questione di competenza, di sua natura pregiudiziale ad ogni altra, dovesse innanzitutto essere esaminata a! fine di conoscere se un altro potere abbia esercitato una prerogativa che, a termini dello Statuto, appartenga alla Camera. Dal che vi si farà palese, o signori, che la Commissione, scorgendo nel fatto della negazione delia guarentigia invocata da un deputato, la negazione della prerogativa della Camera stessa di decidere essa medesima se quella guarentigia competesse o no ad uno dei di lei membri, Intende con ciò di elevare la questione dallo stato della guarentigia di ogni deputato, sancita dall’articolo 45 dello Statuto, a quello della prerogativa dello stesso corpo politico al quale il medesimo appartiene, e che è parimente sancita dal succennato articolo 45. Nè altrimenti essa avrebbe potuto regolarsi, dappoiché la sentenza della suprema Corte le era stata dal signor deputalo Bottini denunziata. Che anzi noi entrammo in questa sentenza, che la questione intorno alla competenza dovesse soltanto esaminarsi, perchè, in qualsivoglia modo essa venisse risolta, ogni deliberazione intorno all’applicabilità o no dell’articolo 45 dello Statuto al signor deputato Bottini diverrebbe nel presente caso od inutile o impossibile. Invero, ove si creda che alla Camera sola appartenga il pronunziare sulla spettanza della detta guarentigia ad uno dei di lei membri, sarebbe affatto inutile il ricercare se nel caso concreto essa potesse o no essere dal deputato Buttini invocata, dappoiché la Camera non è ora richiesta di dare ii di lei assenso ad un procedimento coniro il medesimo. Per altra parie la violazione della prerogativa, ossia della competenza della Camera stessa, che si credesse avvenuta anche in un caso ne! quale essa non avrebbe poluto rifiutare il proprio assenso, ove ne fosse stata richiesta, basterebbe certamente acciocché essa dovesse servirsi dei mezzi costituzionali coi quali riputasse di poter tutelare la propria prerogativa, ed insieme la guarentigia dei di lei membri, onde mantenerli nel diritto di far dipendere il procedimento dall’assenso della Camera. Che se, per l’opposto, la Commissione entrasse nell’avviso che alla Camera non spettasse, a termini dello Statuto, l’interpretare l’articolo 45, nè il risolvere i dubbi che potessero nascere intorno all’applicazione del medesimo, in tal caso la Commissione stessa non potrebbe farsi esaminatrice di un fatto particolare, il quale, costituendo appunto una interpretazione ed un’applicazione del detto articolo, essa stessa riconoscesse eccedere la competenza della Camera ed entrare nelle attribuzioni costituzionali di un altro potere. Al postutto è a considerare che, se a fondare il dubbio intorno alla questione se spettasse o fio al signor deputato Buttini la guarentigia dell’articolo 45 dello Statuto, si addussero o potevano addursi molle e diverse ragioni, uno però ed unico è pur sempre il punto di questione a decidersi nel merito, cioè se quella guarentigia gii spettasse o no, ed a cotesto unico soggetto potrebbe, in ultimo risultaoiento, essere indirizzala qualsivoglia decisione delia controversia. Si è, ad esempio, detto che il giudizio di cassazione non era un vero giudizio; avrebbe per avventura potuto opporsi che l’onorevole deputato Buttini aveva egli stesso introdotto il giudizio di cassazione; altri argomenti analoghi potevano essere esaminati; però essi sarebbero sempre stati indirizzati allo scopo di far dichiarare se spettasse a cotesto membro della Camera la guarentigia da lui invocata. Ora egli è per noi evidente che le ragioni del giudicare, non cangiando il soggetto uno ed unico del giudizio, non possono de! pari nè radicare nè escludere la competenza e l’autorità stessa di giudicare, la quale si debbe unicamente desumere dalla natura del soggetto e dallo scopo del giudizio, e non mai lai motivi e dalle ragioni da cui il medesimo possa essere dettato. Ood’è che ogni disquisizione intorno alle ragioni per cui si debba riconoscere o no nel signor deputato Buttini ii diritto di domandare con effetto l’applicazione della guarentigia da lui invo-