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— 2031 —

sessione del 1853-54


ingegnere Ruva alcuni fenomeni per cui ad ambidue venne i! pensiero che, mescolati i due fossili e poscia colti in un forno a ce ke, si sarebbe forse potuto ottenere un arso di natura mista non dissimile dal coke puro.

Si sperava che la forza di aggregazione propria di resa in carbonici del litantrace sarebbe stata par attirare ed incorporare i residui carbonici del lignite, il quale da solo non ne produce che allo stato di minutissimi pezzi e quasi poiverolanti.

Tale speranza era troppo promettitrice perchè tosto non se ne intraprendesse la prova, e questo fa assunto da! signor Pansa, il quaie d’altronde da lunga pezza era impegnato in simili ricerche, e che già aveva, riguardo al combustibile in genere, reso un notevole servizio all’amministrazione mediante un’ottima panificazione del tritume e della polvere del coke, rifacendola atta ad alimentare le macchine fisse delle officine di cui egli è direttore.

Indipendentemente però dal risultato di questo ultimo tentativo, il predetto signor Pansa, come risulta da un suo progetto del 9 aprile 1853, e da alcuni suoi articoli stampati l’anno scorso nel giornale II Parlamento, è fermamente convinto tornare utile ai Governo il limitare la provvista del combustibile al solo litantrace in natura, provvedendo poi alla fabbricazione del coke mediante appositi forni.

Dai calcoli analitici stabiliti in proposito, risulta che il prezzo di una tonnellata di coke comprato in Inghilterra, è pressoché eguale a! prezzo di una tonnellata di coke fabbricato in paese, risultato questo che d’altronde, stante ia natura delle leggi economiche, poteva facilmente prevedersi a priori.

Questa eguaglianza però noD è perfetta, ed il coke fabbricato da noi tenderà sempre a mantenersi di alcun poco più costoso di quello comprato non per altro che per la differente scala su cui nei due paesi vien fatta questa fabbricazione. Ma tal lieve differenza (la quale s’intende viene calcolata sopra una media dei noli, non potendosi la cosa basare nè sull’infimo nè sul massimo loro prezzo) stimarsi abbondevolmente compensata:

1° Dalla migliore qualità di combustibile che infallibilmente si avrebbe. Poiché la collaudatone non potendosi fare con certezza matematica senza la prova del coke, riesce sempre di poco frutto, ossia che si faccia in paese, ossia che si faccia in Inghilterra ; la medesima d’altronde è resa diffìcilissima in una provvista d’aria tanta quantità prodotta in diverse località ed in moltissime rate;

2° Dalla maggiore regolarità degli approvigionamenti, perchè, attesa la differenza di volume fra il coke eia houille a pari peso, quest’ultimo difficilmente si rifiuta dai capitani di navi, mentre talvolta il primo dura fatica ad essere ricevuto.

Notisi ancora che tale diflerenza nel peso specifico dei due combustibili produrrà qualche economia di nolo, abbenchè, nel caso di una nostra fabbricazione, il litantrace debba provvedersi in quantità doppia del coke, tale essendo ad un dipresso la proporzione del suo prodotto nei forni;

3° Dail’economia che s’introdurrà nello scarico dei bastimenti e nel magazzinaggio della houille a fronte del coke;

4° Infine dalla importantissima diminuzione che si avrà nello scarto della polvere e del tritume, il quale, se attualmente si calcola nel 20 per cento della provvista, si limiterà allora al 5 o al 6 per cento al più.

Al certo questi compensi si farebbero sempre più sentire quando la fabbricazione fosse estesa a forti quantità, quando, per esempio, tutte le linee delio Stato (pel fatto almeno dell’approvigionamento) fossero riunite in una sola amministrazione e potessero cosi ridursi al minimum tutte le spese costanti ed invariabili.

A questi motivi appoggiato, il sottoscritto nel 1853 aveva divisate di proporre la fabbricazione in paese del coke, approfittando della circostanza che la strada si protraeva in tale anno fino a Genova, dove la vicinanza del mare rendeva più facile la provvista della houille, c dove si aveva nei greti guadagnati nell’alveo della Polcevera un ampio terreno adatto allo stabilimento di foroi a coke. Ma, in vi3ta delle offerte del signor Fischer, pensò soprassedere dal mettere in esecuzione tale progetto. Ora, se nello stato attuale delle cose è presso che certa l’utilità che ricaverebbe il Governo dalla fabbricazione del coke in paese con houille inglese, questa utilità diventa impossibile a contestarsi, se ai litantrace si potesse utilmente mescolare la nostra lignite nei forni a coke.

Ora, a questo risultato appunto è pervenuto il signor Pansa, il quale presentò già aìcuni saggi dei suoi prodotti alla Commissione dei combustibili, e questi, accuratamente esaminati ed esperimentati, diedero ottimi risultamenii.

Non appena pertanto si accertò il buon esito della cosa, la amministrazione generale delle strade ferrate diede incombenza al signor ingegnere Ruva di studiare un piogetto per la costruzione di forni a coke, prescegliendo quanto alta località Io spazio posto fra la stazione di Sampierdarena, nel locale cioè già prima scelto a quest’uopo fra la stazione stessa ed il torrente detto delle Palmette.

Il signor ingegnere Ruva non tardò a compiere il suo lavoro, ed iodata {3 marzo rassegnava all’amministrazione due progetti, in ciascuno dei quali il numero dei forni si limita a n° 9, con diversa conclusione però nella spesa, ammontando il primo a lire 74,000 e il secondo a lire 50,000.

Differenza questa originata da alcune varianti nelle condizioni proposte per le fondazioni in genere, da due diversi sistemi di forma da darsi ai forni, e da altre circostanze sulle quali il signor Ruva non si pronuncia, lasciando all’amministrazione di scegliere quello che più paresse conveniente.

Questo lavoro venne daU’amministrazione partecipato al signor Pansa, il quale, con sua relazione 12 corrente, si rifà ad esaminare tutto il sistema della cosa, ed avute per giuste le perizie del Ruva, compone in un solo isuoi due progetti, adottando il secondo quanto alle fondazioni dello stabilimento, ed il primo quanto alla forma dei forni.

Differisce poi essenzialmente dall’ingegnere Ruva il signor Pansa :

1° Nella distribuzione da darsi ai forni sul pianoro dello stabilimento, proponendolo egli per modo che, in caso di bisogno, questi possano facilmente aumentarsi in numero senza alterare l’armonia di tutto il disegno ;

2° Nel numero dei forni necessari per aprire utilmente ia stabilimento ; e ciò perchè mentre il Ruva crede che una combustione di 24 ore basti a produrre un buon coke, il Pansa crede necessaria quella di 48 ore, e quindi per ottenere una stessa quantità di coke necessita al certo un numero doppio di forni.

E questa maggiore combustione, se il signor Pansa la reputa utilissima per una buona produzione di coke ricavato da solo litantrace, citando esempi di cotture protratte fino a 90 ore, ia crede poi indispensabile nei caso nostro di una mistura cioè di houille e lignite, la quale a cottura eguale produce un coke sempre più fragile e quindi soggetto a maggiore scarto.

Riescendo quindi questa maggiore combustione più vantaggiosa in tutte ie ipotesi, il sottoscritto crede sia meglio attenersi al progetto Pansa, tanto più trattandosi della fo?~