Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/75

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comandarono però al loro commissario di ben accertarsi che il personale fissato nella pianta sia realmente richiesto dal bisogno e non eccedente, onde non incorrere nel doppio daDno di aumentare il personale oltre lo stretto necessario e di aggravare ii bilancio dello Stato. La vostra Commissione non mancò di prendere in seria considerazione le raccomandazioni degli uffici, ed a suo nome ho l’onore di esporvi le sue deliberazioni e svolgervi i motivi sui quali vennero basate. Credo anzitutto dover premettere nn parallelo di confronto fra il personale tecnico attualmente impiegato pel servizio dei porti, spiaggie e fari e quello che ci viene richiesto colla nuova legge. Presentemente questo personale consta di nove ufficiali con una paga complessiva di lire 19,720, di nove assistenti militari, di otto assistenti civili e tre inservienti di ufficio pagati sul bilancio della guerra e di un assistente pagato sul bilancio dei lavori pubblici, il tutto per la complessiva somma di lire 19,392 73, che, unita a quella dei nove ufficiali suddetti, forma il totale di lire 39,112 73 che, quanto alla spesa è la base di confronto. Colla nuova pianta vengono sostituiti agli ufficiali cbe rappresentano il corpo scientificotecnico 12 ingegneri (compresi 3 ingegneri allievi) cbe importano una spesa di lire 23,200, ed agli assistenti vengono sostituiti 14 aiutanti di diverse classi che importano una spesa di lire 17,000. Sommate a queste spese lire 2680 per un inserviente e per spese d’ufficio si ha un complessivo totale di lire 42,880. Abbiamo quindi come parallelo 9 ufficiali con 21 subalterni ed una complessiva spesa di lire 39,112 73 da un lato,el2 ingegnerie 14 subalterni dall’altro, con la complessiva spesa di lire 42,880. La differenza, come lo dimostra la cifra, non è guari forte, nè per rispetto al numero degl’impiegati nè per l’aggravio imposto all’erario ; in appresso vi dimostrerò poi come debba intendersi lo sgravio che dovrebbe aver luogo sul bilancio della guerra per il passaggio degl’impiegati dei porti e spiaggie dalla dipendenza del Ministero della guerra a quello dei lavori pubblici. La questione più importante è quella di sapere se la nuova pianta proposta sia reclamala dal bisogno, quindi nè eccedente nè al disotto del necessario, polendo essere viziosa per entrambi questi motivi. Per rispondere a questo quesito è d’uopo gettare uno sguardo sopra il campo d’operazione sul quale è chiamato ad operare questo corpo tecnico e premettere una breve idea del bisogno, deli’attività ed operosità reclamata, diremo, dai tempi presenti. Senza volere menomamente recriminare sul passato, e rendendo anzi piena giustizia per il modo col quale furono condotte a termine alcune opere parziali nei porti dello Stato, sotto il passato regime, egli è un fatto che, preso questo ramo nel suo complesso, e la condizione dei porti in ispecie, non solo non si ebbe a cuore di promuovere questo genere di lavori, ma lo stato del maggior numero dei porti prova cbe non si ebbe che una ben scarsa cura ; ma si tosto ogni comune potè alzar ia voce, e lo spirito di attività si destò con uno slancio sconosciuto per lo addietro, si videro i municipi dei littorali gareggiare per migliorare le condizioni dei loro porti. Furono precisamente i reclami quasi unanimi che determinarono il Ministero dei lavori pubblici a presentarvi sino dal 1852 la legge sui porti e spiaggie, che porta la data del 24 giugno detto anno e colla quale vennero tracciate le norme a seguirsi per questi lavori e vennero divisi i porti in due categorie secondo la loro importanza, in base alla quale poi le spese dovevano essere o interamente a carico dello Stato, come nei porti di rilascio, od interamente a carico dei comuni ore nou si ravvisava nessun interesse pubblico, o finalmente a carico comune dello Stato, dei municipi ed anche delle provincie secondo le norme e quote che furono poi determinate dalla legge del 1° marzo 1853. Volgono ora due anni che venne decretata la legge, e già potete scorgere dalle somme che rappresentano la quota parte che, secondo detta legge, è attribuita all’erario pubblico, qnale sia la sollecitudine colla quale i diversi comuni attendono a sì importanti miglioramenti ; essa fu di lire 43,000 nel 1833, di lire 50,000 nel 1854, ed è di lire 100,000 pel futuro 1855. Comprende poi questa cifra il sussidio dello Stato ai porti di seconda categoria, cbe è limitato al quarto, talché alle lire 193,000 complessive corrispondono 579,000 lire che vennero o saranno pagate dai comuni e provincie interessate. Non è certo senza compiacenza che si può osservare questo slancio nei comuni dei litorale nel volere migliorata la sorte dei loro porti. La legge vi ha contribuito ; ma non è meno vero che questo ha generato un lavoro più intenso che per lo passato. Passando poi dal lavoro dei porti a quello dei fari, fu desso pure di molto aumentato. E valga il vero: prima del 1848 non esisteva nello Stato che un solo faro di prima classe, ossia di quelli che sono a carico dello Stato ; il bisogno della navigazione ognora crescente vi consigliò a decretarne tre altri con apposita legge, l’uno cioè al capo Mele nella riviera di Ponente, e due nell’isola di Sardegna, l'uno sull’isola Asinara, l’altro su quella dei Cavoli ; oltre di ciò ordinaste altri fari di seconda e terza classe i più necessari e reclamati dal bisogno, poiché, quale è attuata oggigiorno l’illuminazione delle nostre coste è ben lungi dall’essere al livello di quelle della vicina Francia, e meno poi dell’Inghilterra. E valgane la prova il fatto che per mettere la Sardegna in armonia colla Corsica sotto questo Iato occorrerebbero 14 fari secondo un piano già elaborato da una Commissione speciale nominata nel 1852, laddove presentemente non ne esistono cbe 5, compresi i due nuovi da voi decretali. Le strettezze finanziarie non permettono per ora l’eseguimento di quel progetto complessivo, ma si sono dovuti citare questi fatti per dimostrare come sia aumentato anche sotto questo lato il lavoro in confronto del passato e come sia lontaoo dall’avere raggiunto lo scopo. Infine lo Stato racchiude 14 porti di prima categoria, tutti i lavori dei quali devono essere diretti dal personale tecnico portato dal nuovo piano; 11 porti di seconda categoria le cui opere devono pure essere dal medesimo rivedute ed approvale, e finalmente si conta un numero grandissimo di comuni finitimi al mare con rade e seni non peranco trasformati in porti, ma che collo svolgere della pubblica prosperità potranno, quale più quale meno, promuovere queste costruzioni che costituiranno i porti di terza categoria, sottoposti essi pure all’approvazione dell’ufficio tecnico, potendo aDcbe, secondo la legge, venire sussidiato dall’erario pubblico, come è ora il caso del porto di Diano Marina. La configurazione poi del nostro litorale, i suoi golfi ed i numerosi suoi seni portano la linea totale delle nostre spiaggie all’enorme cifra di mille e cento chilometri. Per pochi che siano i lavori richiesti sopra sì grande estensione, e le stesse distanze reclamano un sacrificio di tempo e quindi la necessità di personale. La vostra Commissione, ponderate quindi tutte queste circostanze, non ha creduto che il personale si possa dire soverchio ; e, benché il signor ministro nel suo rapporto dica esser egli d’avviso che, quando i porti delle nostre coste siano cresciuti di numero e d’importanza la manutenzione loro più accurata ed incessante, l’illuminazione delle coste intensa e più estesa, il personale addetto