Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/93

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Art. 5. Il numero delle udienze che ciascuna delie sezioni dovrà tenere in ogni settimana e l’ordine del loro servizio saranno determinati da speciale regolamento. Belasione fatta alla Camera il 28 dicembre 1854 dalla Commissione composta dei deputati Arnulfo, Agnès, Astengo, Roeci, Pezzanl, Naytana, e Brofterio, relatore. Signori! — Nell’ordinamento della giustizia tanto avvi da fare in Piemonte che per poco si direbbe nulla essersi fatto. Nei primordi dello Statuto, col quale si abrogava all’articolo 8i ogni legge alio Statuto contraria, correva debito di chi stava al Governo di vegliare che non fosse trasmessa a! paese una reluttante giurisprudenza. Non poteva a meno di scorgere il Ministero che colia insistente applicazione degli articoli dei Codici sotto antiche istituzioni dettati si veniva a detrarre grande efficacia allo Statuto; ed invece di accorrere a pronta riparazione permetteva che la inamovibilà venisse a santificare una giurisprudenza quasi sempre in opposizione ai costituzionali ordinamenti. Consumato questo irreparabile alto, doveva almeno pensare il Ministero a porre i Codici in armonia collo Statuto. Ciò era de! più grave momento acciocché si avessero una volta come fatto compiuto le teorie costituzionali. Dacché i tribunali non credevano implicitamente abrogare le disposizioni del Codice pugnanti collo Statuto, era dovere del Governo di promuovere ia modificazione di ogni illiberale articolo, secondo il testo e lo spirito della libertà ordinatrice della nuova legislazione. Non mancarono nella Camera gli eccitamenti, non mancò al suo dovere ia stampa; ma i Codici esistono ancora nella piena loro contraddizione alla legge fondamentale; e coll’abolizione delle primogeniture nell’ordine civile, con qualche speciale disposizione nell’ordine penale riguardo alla libertà provvisoria, alle offese contro il culto, agli attacchi dal pergamo contro il Governo ed alle verbali ingiurie, ss tenne sdebitato il potere dalle altre riforme nell’ordine politico, che per essere assicuratrici di libertà e di sicurezza nella persona, nel domicilio e negli averi, altamente si domandavano. Nè con meno giusta insistenza venivano chiesti provvidi ordinamenti nella spedizione dei giudizi. Nelle cause criminali principalmente si fece da qualche anno cosi grave la condizione degli imputati da potersi ornai pareggiare ad una crudele denegazione di giustizia. Mentre da un lato si accrebbero i delitti e gli accusati, scemò dal l’altro, malgrado la solerzia dei magistrati, la prontezza dei giudizi. Voglionsi questi ritardi attribuire a! sistema dei pubblici dibattimenti che a benefizio del vero e del giusto occupa mollo maggior tempo del sistema inquisitorio, e più ancora vuoisi trovarne la sorgente nelle lente divagazioni dei pubblici interrogatorii, le quali vanno cgrii giorno dileguandosi, ma non sono ancora iutieramente corrette; alle consuetudini da principio invalse nel pubblico Ministero di condurre all’udienza un esagerato numero di testimoni eoa grave dispendio del pubblico erario; ai troppo copiosi e talvolta inutili incidenti dalla difesa promessi; tutte conseguenze, inevitabili quasi, di una rapida transizione di cose, di ordini e di leggi; d’onde avvenne che oggidì si trovino presso il magistrato d’Appelio in Torino il32 processi in ritardo di spedizione da più di un anno; numero che fa sgomento se si riflette che più di tremila persone sostenute in carcere aspettano invano di essere giudicate. Era quindi ùcd tempo che il signor ministro di grazia e giustizia accogliesse la domanda che con tante istanze gli veniva fatta di creare una nuova classe nel magistrato di Torino per la spedizione delle cause criminali; classe che ora si stabilisce in via provvisoria, ma che pur troppo, non mutando gli eventi, dovrà convertirsi in definitivo provvedimento. Malgrado qualche osservazione intorno al modo di comporre questa classe, e specialmente intorno alle persone chiamate a comporla, la vostra Commissione opinò con unanime consiglio doversi accettare il progetto del Ministero. Non vuoisi tacere luttavolta che a nome di quasi tutti gii uffizi si osservò che Sa necessità di una pronta spedizione delle cause non esiste per il magistrato di Torino soltanto, ma per tutti gli altri magistrati; per quelli della Sardegna principalmente dove ii ritardo dei giudizi si dice assai doloroso e lo stato delle carceri incomportabile. Fu a tal uopo incaricato i! relatore di interpellare il signor guardasigilli da cui venne risposto non potersi così di subito somministrare una esatta statistica dei processi al giorno d’oggi esistenti; si soggiunse tuttavia che prima del trimestre prossimo a compiersi i processi in ritardo esistevano nella proporzione seguente: In Savoia, processi criminali 67 ; appelli correzionali 21 In Nizza, id. 13; id. 12 In Genova, id. 33 ; id. 40 In Casale, id. 93 ; id. 43 In Cagliari, id. 166 ; id. 73 In Sassari, id. 73; id. 20 Non vuoisi tacere come giureconsulti e magistrati della Sardegna che seggono in Parlamento, dei quali il relatore ebbe a chiedere informazioni, abbiano affermato essere assai maggiore il numero dei processi in Sardegna. Inoltre nella stessa relazione del Ministero ieggonsi queste parole: « Veramente in Sardegna il numero degli affari in ritardo era alquanto più notevole, ma forse l’arretrato procedeva dalle ferie di cui il magistrato suole godere nella stagione estiva. » Da tutto questo potè conchiudere la Commissione che presso gli altri magistrali non si scorgesse per avventura così urgente necessità di imminenti provvedimenti come in quello di Torino, ma che ve ne fosse luttavoiia grande opportunità, specialmente nella Sardegna. Si volle pure che il relatore interpellasse il ministro sulla convenienza di nominare un sostituto segretario per la nuova classe, bgn sapendosi che gli attuali segretari bastano appena per il disimpegno degii affari correnti, e che gli stipendi accordati alla criminale segreteria più che di economia sanno di grettezza, A ciò rispose parimente ii ministro che il Governo procederebbe per l’aggiunta di un sostituito segretario ore fosse necessario, e che l'andamento degli affari non verrebbe pir conseguenza impedito. La Commissione pertanto, avuto anche riguardo all’incaglio che potrebbe derivare dal rinvio del progetto al Senato, vi propone di accettarlo come viene presentato da! Governo; non senza far voti che si avvisi al più presto alla sollecita spedizione dei giudizi in tutte le altre parti dello Stato, massimamente nella Sardegna, nulla essendo più contrario alla libertà ed alla prosperità degii Stati che la straziante lentezza dei giudizi. Gli stessi ritardi, o poco meno, si dovettero lamentare nel