Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/228

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sto progressivo aumento avrebbe continuato, e che al di di oggi il prodotto netto sarebbe stato molto maggiore di quello del 1850 e di quanto si potrá ricavare ancora per alcuni anni avvenire; ma bisogna tener conto che la diminuzione di tale prodotto netto provenne non tanto dallo stabilimento della fariffa unica, siccore dall’introduzione di molti migliora- menti richiesti nell’interesse di questo servizio e del pub- blico, i quali recarono un aumento assai notevole di spese.

Inoltre questa diminuzione non è che temporaria, e per altra parte siamo persuasi essere stato la tassa unica un be- neficio reale al commercio ed 21 benessere generale, facili- tando le comunicazioni e la diffusione della civiltá; e, a no- stro credere, fu anche causa indiretta dell’aumento di molti altri prodotti finanziari, e delle minori difficoltá nell’applica- zione di nuove imposte richieste dai bisogni dell’erario, loc- chè ha compensato largamente la perdita che esso per questa riforma ha potuto temporariamente subire.

Onde noi siamo lieti di averla adottata, ed eziandio sotto questo rapporto dobbiamo lodare il coraggio e l’oppertunitá di quella misura; solamente abbiamo creduto di dover fare conoscere per quanto è possibile il vero stato finanziario di questo prodotto, acciocchè la Camera ne faccia quel conto che nella di lei saviezza crederá per l’esame di questa se- conda parte dei presente bilancio.

Categoria 20. Personale.

Per questo servizio il Ministero domanda lire 526,600, in- vece di lire 516,600, perciò un aumento di lire 10,000 in piú dell’anno scorso.

La Commissione prima di esaminare se il suddetto aumento era indispensabile, credette di dover portare la sua atten- zione sopra due questioni, per cosí dire, pregiudiziali, la pri- ma cioè se, essendosi dovuto estendere ail’azienda generale dell’estero la misura comune alle altre aziende dello Stato, proveniente dall’articolo 50 della legge 23 marzo sull’ammi- nistrazione centrale, qualche economia sia ridondata pel regio erario; la seconda, se alla direzione generale delle poste, come faciente parte dell’amministrazione centrale, si dovesse pure applicare il disposto dall’articolo 4 della suddetta legge. Riguardo al primo quesito, la Commissione venne avvertita che, sebbene la sopranominata azienda generale economica sia stafa soppressa non diversamente da tutte le altre aziende facendo passare tuite le carte e tutte le attribuzioni ad essa relative al dicastero degli esteri, il Ministero però nen ne fece cenno nella relazione del bilancio, perchè dalla soppres- sione suddetta non potè risultarne alcuna economia, per la ragione che due soli impiegati erano applicati, enon in modo esclusivo alla suddetta azienda all’estero, cessata la quale fu necessario che essi continuassero ad appartenere alla di- rezione, ove il personale era, ed è tuttora, secondo quanto asserisce il signor ministro, deficiente al bisogno, tanto piú che essendo essi impiegati di lunga mano iniziati iu cose es- senzialmente concernenti le poste, la loro opera tornava u- tile e necessaria.

Per la seconda questione, è vero che la direzione delle poste, egualmente come quella del debito pubblico e dell’am- ministrazione centrale delle zecshe, non subí la misura por- tata dall’articolo 1 della citata !egge 25 marzo 1855, ma ciò si pretende che abbia la sua giustificazione nella specialitá dei suoi attributi, onde si dichiarò coll’articolo 8 del regio decreto 27 ottobre 1853 che l’ordinamento dell’amministra- zione centrale per ora non è applicabile alle suddette dire- zioni.

I! Ministero però espresse al direttore generale delle poste

l’intendimento suo, che, salvo quanto è stabilito riguardo agli stipendi e denominazione degli uffici, e tenuto calcolo delle speciali attribuzioni sue, per il resto fosse questa am- ministrazione informata alle norme dei suddetto regolamento 27 ottobre 1855, al qual fine venne assicurata la Commis- siene che si stava riordinando il regolamento interno delle poste.

La Commissione non crede di dovere per ora portare il suo giudizio sopra la legalitá e convenienza di non essersi appli- cala all’amministrazione in discorso la suddetta legge 27 warzo 1853, questione che, come di giá si è delto nell’occa- sione della discussione del bilancio delle finanze, fu riservata alla Commissione iacaricata di esaminare tutto quanto è re- lativo all’amministrazione centrale. Ma emerge chiaramente da ciò, che se collo stralcio dell’azienda generale dell’estero non si ottenne pel pubblico erario alcun risparmio, ne ri- sultá iuttavia per l’amministrazione delle poste un vero van- taggio, avvegnachè la direzione venne cosí esonerata dagli incombenti di quella, utilizzandone gl’impiegati di cui era scarso il personale.

Non essendosi poi applicata la legge 23 marzo alla dire- zione generale delle poste, si rese non effettuabile una eco- noia di lire 6080 promessa dal Ministero alla Commissione che esaminava la legge sull’organizzazione dell’amministra- zione centrale; regioni tutte, ie quali unite alla necessitá somma in cui versiamo di andare a rilento nell’aumentare qualunque spesa, esigevano un profondo esame per parte della vosira Commissione sul domandato aumento.

Il personale delle poste venne stabilita col regio decreto 21 novembre 1850 su di una pianta organica, l’ammontare dei cui stipendi rileverebbe a lire 554,700,

Con esso si cercò di provvedere non solo ai bisogni urgenti di quell’epoca, ma eziandio a quelli che si potevano preve- dere per il cuntinuo sviluppo di questo servizio, per cui nel 1854 non venne votata intieramente la somma, ma solo lire 448,979 20, e anche in giornata non ricevette ancora l’intera sua applicazione. E ciò benchè per Ja conosciuta impossibi- litá di proseguire il servizio con la primiera somma stanziata nei 4851, la Camera abbia approvato nel 1852 un aumento di lire 40,000, ed un altro di 27,000 89 nel 1853. Ora per gli stessi motivi ci si domanda ancora un nuovo aumento di 10 mila lire,

Quest’aumento dovrebbe servire: 1° a provvedere un i- spettore di seconda classe a Cagliari per imprimere al ser- vizio delle poste quello sviluppo e regolaritá che è ben lungi dall’esistere in quell’isola, dove gl’impiegati postali mancano di quelle cognizioni pratiche di cui sono forniti quelli del continente;

2° Per un verificatore a Sassari allo scopo medesimo;

3° Per un capo d’ufficio ad Oristano, giacchè nell’anno scorso l’intendente fu costretto a provvedere con un impie- gato deil’intendenza alle esigenze del servizio postale di quella cittá;

4° Per un impiegato locale a Sampierdarena ed un altro a Tempio;

5° Infine per un impiegato alla direzione di Saluzzo, dove l’orario è molto gravoso.

Questi sarebbero gli aumenti del personale per il servizio esterno, Ma si richiederebbe dal Ministero qualche aumento di personale anche per il servizio interno, cioè un impiegato alla verificazione per gli oggetti in danaro, e un altro in se- greteria, specialmente per la narte dell’esecuzione delle con- venzioni.

La Commissione riconosce la necessitá dell’aumento degli