Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/258

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Non rimane dubbio pertanto che l’economia risultante dal nuovo ordinamento sarebbe per quest’anno, non che per alcuni anni avvenire quasi annullata da queste spese, se ve- nisse approvato integralmente il progetto del Ministero.

Passiamo ora ad esaminare il secondo quesito ; «Se il nu- mero degli impiegati compresi nella nuova pianta sias uffi- cente al regolare andamento di tutti gli uffici spettanti al- l’amministrazione centrale dello Stato,»

Notammo che nel 4852 figuravano nel progetto di quel bilancio 8341 impiegati destinati a quel servizio centrale; la muova pianta non ne comprende piú che 616, quindi 215 individui di meno. Però l’amministrazione antecedente avrebbe potato fare con un numero minore di funzionari; diffatti nello stesso bilancio del 1882 il Parlamento diminuiva la spesa di quel personale per lire 84,000, e nel bilancio del 4853 operava un’altra riduzione di lire 89,000 senza che siasi manifestato alcun incaglio nella spedizione degli affari.

Questo fatto ci prova che anche nel sistema delle aziende l’amministrazione centrale poteva fungere con un assai minor numero di agenti, e che la diminuzione di 215 impiegati non è intieramente dipendente dal cangiato ordinamento, benchè la sia in gran parte.

Nei pochi mesi che la nuova pianta è in vigore l’esperienza non ha ancora potuto decidere in via di fatto se il numero di 616 impiegati sia sufficiente; massime per il motivo che oltre agli impiegati annoverati nella pianta rimangono ancora in attivitá di servizio fuori pianta 112 altri impiegati; ma avvi tutto a sperare che quando l’intiero servizio sará affi- dato unicamente ai primi, questi basteranno alla spedizione di tutti gli affari ordinari, essendo incontestabile che il nuovo ordinamento ha semplificato e diminuito il Javoro di scrittu- razione; basti rammentare che da ogni Ministero è ora scom- parsa la divisione specialmente incaricata della corrispon- denza colle aziende, e furono parimente abolite tutte le spe- ciali tesorerie ad ognuna di quelle annesse.

Per un’altra considerazione si rende ancora plausibile questa nostra fiducia ; ed è che in alcuni dicasteri si conser- vavano, come tuttora si conservano, in funzione parecchi impiegati destinati ad ultimare lavori di liquidazione arre- trati e relativi alla passata guerra; fra questi figurano in prima linea i conti delle cessate aziende, di guerra, artiglie- ria e marina. Infatti nell’anno 1852 annoveravansi ancora 314 impiegati addetti a quel Ministero e a quelle aziende, ora nella nuova pianta non figurano che 212; quindi 92 di meno. Nel Ministero delle finanze esistevano 236 impiegati, e nelia nuova pianta ne contiamo solo 172, perciò in meno numero 6l. Da ognuno di questi due Ministeri dipendevano tre aziende; quindi l’abolizione delle medesime deve per la cessazione delle corrispondenze per iscritto tra questa ed i primi, e della duplicazione degli incombenti rendere neces- sario un numero assai minore d’impiegati.

I lavori pubblici avevano al loro servizio n° 93 impiegati; ora si crede di poter bastare con 68, vale a dire con 25 di - meno; e ben a ragione, posciachè ormai ultimata la rete delle strade ferrate eseguita a conto dello Stato cessano molti incombenti ; e noi crediamo che potrá maggiormente ridursi il numero degli impiegati di questo Ministero, quando pre- valesse ja pratica migliore di abbandonare all’industria pri- vata l’intrapresa e l’’eseguimento dei pubblici lavori, riser- vandone al Governo l’incoraggiamento e la sorveglianza. Il Ministero dell’interno aveva nel 1852 n° 88 impiegati, la nuova pianta li ridusse a n° 66, cioè a 22 di meno; questa diminuzione non pare neppure eccessiva, se si riflette che a questo dicastero si rannodava una delle piú importanti ed

cperose aziende, da cui dipendevano pur anche gli affari economici del Ministero dell’istruzione pubblica e di grazia e giustizia. Ma in questo Ministero la diminuzione dovrebbe farsi ancor maggiore, quando s’introduca nel riordinamento dell’amministrazione comunale e provinciale un giudizioso sistema di discentramento, in guisa da delegare ai corpi co- munali e provinciali maggiori attribuzioni indipendenti dal potere centrale per tutti quegli affari che non si collegano ad interessi piú o meno generali e politici.

Se poi in circostanze eccezionali oecorressero in qualche dicastero lavori urgenti o straordinari per l’adempimento dei quali non bastassero gli impiegati ordinari, ogni ministro, approfittandosi della facoltá accordatagli dal regio decreto 23 ottobre 1853, articolo 5 e 6, potrá chiamare in sussidio im- piegati da lui dipendenti, ed addetti ordinariamente ad altri uffizi; come pure affidare una parte del lavoro ad impiegati in aspettativa senza mai eccedere in entrambi i casi, le som- me stanziate normalmente in bilancio per l’amministrazione centrale. ;

Raccogliamo intanto che la diminuzione d’impiegati ope- rata nei quattro suindicati Ministeri risulta di 203, cosí che la riduzione totale essendo di 2413, non si tolsero ai Ministeri di pubblica istruzione, di grazia e giustizia, e degli esteri che 12 impiegati, cioè : 5 all’istruzione pubblica, 3 a grazia e giu- stizia, 4 agli affari esteri.

Saremmo forse in diritto di pretendere una maggiore ridu- zione d’impiegati nel Ministero degli affari esteri, ed in quello della pubblica istruziane, La prima però non potrá ottenersi se non negli uffizi dipendentiin seguito al promesso riordina- mento della direzione generale delle poste in conformitá della legge 23 marzo 1853.

La seconda se non è in virtú di una radicale riforma nel sistema amministrativo della pubblica istruzione, la quale riforma schianti una volta tutti que’ corpi consultivi che in- ceppano invece di spingere, avviluppano invece di sciogliere le quistioni attinenti al pubblico insegnamento, mentre assor- bono una gran parte dei fondi destinati alla istruzione.

Da questa analisi parci sufficientemente dimostrato che il numero d’impiegati portato nella nuova pianta può abbon- devolmente bastare per la spedizione pronta e soddisfacente dei pubblici negozi; alla condizione però che l’orario del la- voro prescritto agli impiegati sia puntuaimente osservato.

Terzo quesito. Se dal nuovo ordinamento non sia possibile di ottenere una economia maggiore di quella dal Ministero effeltuata,

Questa è la quistione piú grave che c’incombe di trattare, perchè si rannoda strettamente al bilancio ed alla condizione finanziaria.

La spesa chiesta da! Ministero per il servizio normale del- l’amministrazione centrale dello Stato esclusi gli uffizi dipen- denti è di lire 1,843,390 distinta in due parti: per il perso- nale lire 1,514,800; per le spese d’uffizio 328,590.

Noi dobbiamo occuparci di queste ultime, poichè furono giá determinate nella votazione dei bilanci parziali: note- remo soltanto, per tenerne poi conto nel riassunto delle eco- nomie, che la Camera ebbe a ridurre quelle spese d’uffizio a lire 234,660, praticando una economia di lire 23,000. Ri- manci a pronunziare sul merito delle prime.

La spesa del personale è determinata dalla tariffa degli sti- pendi, e dal numero degl’impieghi: dobbiamo apprezzare l’importanza e la convenienza di entrambi.

Il Ministero col regio decreto 23 ottobre 1853 stabiliva il quadro del personale in conformitá della legge 23 marzo dello stesso anno; ne determinava il numero, il grado ed i