Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/259

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titoli. Nel bilancio passivo 1854 proponeva una nuova tariffa degli stipendi relativi, osservando la massima sancita nella stessa legge organica che a pari grado corrisponda uguale stipendio. i

Nel mentre che il Ministero riduceva a fronte del 1852 il numero degl’impiegati di 215, non obliava di ottemperare al precetto, tante volte nel Parlamento manifestato, di retribuire convenientemente gl’impiegati dello Stato, ed accresceva quindi i loro stipendi, generalmente dal quarto al quinto, cosí che la maggiore spesa risultante tra gli stipendi dell’an- tica pianta, e quelli della nuova per un numero poco presso uguale di funzionari, rivestiti delle stesse od analoghe attri- buzioni risulta di lire 186,450, perciò di altrettanto maggiore sarebbe l’economia proveniente dall’attuazione del nuovo si- stema amministrativo, qualora si conservassero nella nuova pianta i consueti stipendi.

È chiaro che se la tariffa dei muovi stipendi fosse posta immediatamente in vigore, occorrerebbe una nuova spesa per pagare i 112 impiegati rimasti fuori pianta, e con ciò l’economia risultante dalla riforma amministrativa rimar- rebbe di altrettanto scemata e forse sparirebbe affatto ; quindi il Ministero ha stabilito nel regio decreto 23 ottobre 1853, articolo 126 : «Gli ufficiali che saranno compresi nelle nuove piante continueranno a percepire gli attuali loro stipendi, avnio un qualche riguardo ai diritti eventuali prima goduti, quand’anche vengano chiamati ad impieghi a cui sia asse- gnato uno stipendio maggiore o minore di cui godono.

«Potranno però conseguire il maggior soldo assegnato ai posti che essi occuperanno tostochè si possa farneli godere senza eccedere la spesa complessiva portata da ciascuna pianta, tenuto conto degli assegnamenti temporaneamente conservati, sia a pareggio degli antichi stipendi, sia a favore degli uffiziali rimasti fuori pianta.»

L’articolo 127 aggiunge: «Gli uffiziali dei Ministeri e delle aziende, che non potranno aver posto nelle nuove piante, sa- ranno collocati nelle amministrazioni dipendenti, posti in aspettativa o provveduti a riposo.

«Un sufficente numero di essi potrá essere mantenuto tem- poraneamente ia servizio con l’attuale soldo sino a che, com- piuto il riordinamento dei Ministeri, terminata la liquida- zione degli esercizi scaduti, cessi il bisogno di ritenerli.»

Queste disposizioni transitorie sono degne d’encomio, per- chè mentre rispettano scrupolosamente i diritti dell’impie- gato ed osservano anche un debito riguardo di equitá, fanno godere alla finanza immediatamente una parte del frutto dell’economia prodotto dal nuovo ordinamento, combinando le cose in modo che la spesa cagionata dagl’impiegati rima- nenti fuori pianta cada a carico di quella stabilita nella nuova tariffa degli stipendi per gl’impiegati conservati nella pianta riformata; i quali perciò non conseguiranno l’integrale sti- pendio portato dalla nuova tariffa fino a che tutti gl’impie- gati fuori pianta non siano altrimenti provvisti,

Seguendo questo sistema, il Ministero riuscirebbe a realiz- zare fin di quest’anno un’economia di lire 45,050 sulla somma richiesta dagli stipendi della nuova pianta, dopo avere con quella somma pagati 616 impiegati compresi nella pianta, e 112 fuori pianta.

La vostra Commissione vi propone pertanto di approvare in genere questa norma; ma siccome prevede la possibilitá di un abuso nella esecuzione che annienterebbe 0 menome:- rebbe il benefizio che ne deve emergere, vi suggerisce di mo- dificarla.

Potrebbe cioè accadere che la maggior parte degl’impie- gati situati fuori della nuova pianta fossero posti in aspetta-

tiva; nel qual caso potrebbe, anzi dovrebbe il Ministero, a senso delle succennate disposizioni, accordare l’integrale sti- pendio agli impiegati della nuova pianta, e chiedere un nuovo fondo per pagare gli assegnamenti di aspettativa agl’impie- gati ora in attivitá fuori pianta, e ene sarebbero collocati in quella condizione.

Avverandosi questo legale abuso, deluso sarebbe il risul- tato dell’economia ; ed appunto per evitare questo possibile abuso, vi proponiamo di statuire «che la nuova tariffa degli stipendi non sará integralmente applicata fino a tanto che tutti gl’impiegati collocati in forza del nuovo ordinamento fuori pianta od in aspettativa non siano altrimenti provve- duti.»

Dobbiamo pure avvertire che non tutti i Ministeri si atten- nero alle norme da essi stessi prefisse nel regio decreto 23 ottobre, giacchè da alcuni si accrebbero giá dal 25 ottobre 1853 in poi gli stipendi di parecchi impiegati quantunque la spesa voluta per pagare i loro impiegati compresi entro e fuori pianta, ecceda i limiti di quella voluta dalla nuova ta- riffa. Questa eccezione al regolamento non può tollerarsi, perchè sarebbe a scapito del risparmio che si vuole conse- guire, e creerebbe un diverso trattamento tra Ministero e Ministero, e tra impiegato ed impiegato.

«Proponiamo perciò che non si debbano riconoscere per validi che gli stipendi i quali erano fruiti al 23 ottobre 1853, e quindi considerare come non avvenuti tutti e singoli gli aumenti accordati d’allora in poi, se non nel caso che per diminuzione nel numero degl’impiegati fuori pianta oppure in aspettativa, fosse rimasto a disposizione del Ministero un avanzo sulla spesa del personale che verrá per ogni Mini- stero stabilita, a tenore nella nuova tariffa degli stipendi; op- pure che l’aumento accordato sia stato dato a compenso di proventi eventuali che godeva l’impiegato, i quali a tenore dello stesso decreto 23 ottobre devono essere incassati dalla finanza.»

Sorge ora di proposito la questione, se si debba adottare la tariffa degli stipendi progettata dal Ministero, oppure va- riarla.

Tanto che si consideri 1° accresciuto benessere di ogni classe di cittadini, quanto la maggiore capacitá ed attivitá che si richiede dagl’’impiegati, la tenuitá degli attuali sti- pendi pel maggior numero dei gradi è abbastanza palese: quindi è che in parecchie occasioni si manifestò nella Camera il desiderio, e si cercò di provare la convenienza di accre- scerli, purchè contemporaneamente si trovasse modo di di- minuire il numero eccedente d’impiegati, conservando in attivitá i piú capaci ed attivi.

Ciò non ostante il primo pensiero della vostra Commissione fu bensí di proporvi l’approvazione della tariffa del Miui- stero, ma di differirne l’attuazione al 1° gennaio 1856, per le seguenti considerazioni:

1° Nella relazione dei bilanci parziali era giá stata posta la massima, che venne da voi generalmente adottata, di non ammettere per quest’anno nessan aumento di stipendio, se la necessitá assoluta del servizio, o l’interesse stesso della finanza non lo avessero suggerito ;

2° Il nuovo ordinamento amministrativo fu divisato col principale intendimento di ottenere una reale ed immediata economia; però se venisse subito concesso l’ aumento degli stipendi proposto dal Ministero, mentre per causa della stessa riforma lo Stato deve sottostare a tante spese provvi- sorie di pensioni, e di primo stabilimento, sarebbe per parecchi anni frustrato lo scopo finanziario di questa inno-

i vazione;