Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/489

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tre mesi innanzi a voi propugnata, e che ogni civile Governo forza è che consenta, vigilando solamente che non trasmodi e non oltraggi la coscienza pubblica e la privata.

«Notre religion (permetteteci che terminiamo colle pa- role di Chafeaubriand, Génie du christianisme, liv. 4, chap. i), notre religion craint-elle la Iumière? Une grande preuve de sa céleste origine, c’est qu’elle souffre l’examen le plus sévère et le plus minutieux dela raison. Veut-on qu’on nous fasse éternellement le reproche de cacher nos dogmes dans une nuit sainte, de peur qu’on n’en découtre la fausseté? Le christianisme sera-t-il moins vrai quand il paraîtra plus beaa? Bannissons une frayeur pusillanime; par excès de religion ne laissons pas la religion périr. Nous ne sommes plus dans le temps oú il était bon de dire: croyez ei n’exuminez pas; on examinera malgré nous ; et notre silence timide, en aug- mentant Ie triomphe des inerédules, diminuera le nombre des fidéles,»

Formazione del catasto stabile,

Progetto di legge presentato alla Camera è 2 gennaro 1854 dal presidente del Consiglio ministro delle fi- nanze (Cavour).

Sienori! — Ho Ponore di presentare alla Camera il pro- getto di legge per la formazione del catasto stabile nelle pro- vincie di terraferma.

Devo ricordare alla Camera che un simile progetto fu giá dal Ministero presentate nella tornata del 9 aprile 1852 della precedente Sessione (1), e che esso fu giá esaminato e di- scusso da una Commissione speciale, composta di quattordici membri direttamente nominati dalla Camera stessa, gli studi della quale Commissione giá si conoscono per mezzo di un sunto storico fatto dall’onorevole deputato Despine di tutti i lavori preparatorii eseguiti riguardo a quest’operazione, è dalla relazione presentata dall’onorevole deputato Di Revel pochi giorni prima della chiusura della precedente Sessione,

HI progetto di legge che ho l’onore di presentarvi non è in genere che la ripetizione del primo progetto del Ministero colle modificazioni giá proposte ed adottate dalla predetta Commissione, salvo qualche lieve mutamento di dizione per viemmeglio chiarirne le relative disposizioni.

Allo stato delle odierne discipline economiche sono noti abbastanza i vantaggi che la pubblica amministrazione ed i privati risentono da un catasto regolare, il quale contenga l’esatta descrizione e valutazione dei beni-fondi, serva ad una giusta ripartizione dell’imposta prediale, e torni ad un tempo a sussidio delle contrattazioni civili, delle ipoteche e di altre transizioni di privato diritte. Ed ai pochi o dubbiosi od avversi a questa veritá, potrebbe bastare il ricordare al- cune parole del moderno legislatore della Francia, il quale appena fregiato della dignitá consolare, lagnavasi al Con- Siglio di Stato che la Francia invidiar dovesse al Piemonte ed alla Lombardia la istituzione di un catasto, senza del quale, egli diceva, non avvi nè giusta distribuzione d’imposta, nè ben determinata e sicura proprietá prediale.

La real Casa di Savoia altre volte precorse gli altri prin- cipi e Stati in cotesta nobile opera di giustizia e di saviezza politica,

I censimenti delle antiche provincie del Piemonte e quello

(1) Vedi vol. Documenti, Sessione 1852, pag. 098-663,

della Savoia operati sul principio dello scorso secolo ebbero fama bellissima. Nè minor lode si ebbe il catasto delle pro- vincie ex-lombarde eseguito piú tardi sulle basi del censi- mcenio milanese.

Ma quelle opere condotte con massime diverse, e talune anche in epoca diversa, non tenevano alenna corrispondenza fra loro, nè potevano servire di base per l’applicazione di un’imposta uniforme in ragione della cifra d’estimo, e fecero sí che si debba continuare nel complicato sistema d’un’impo- sta di ripartimento per contingenti comunali, anzichè acco- gliere il sistema dell’imposta di quotitá direttamente appli. cata ai singoli fondi in ragione del loro estimo.

Meno compiuti e piú difformi fra loro sono i catasti del ducato d’Aosta, del principato di Nizza e di Oneglia e del du- cato di Genova.

Tutti poi questi censimenti e catasti seutirono grandemente l’azione del tempo, e molto deteriorarono.

Nè a migliorare questo stato di cose molto giovarono le perequazioni di massa ed i censimenti parcellari eseguiti setto il Governo francese. Imperocchè le prime furono troppo incompiute e mancanti di solide basi, e gli ultimi si effettua- rono soltanto in pochi comuni e saltuariamente qua e lá. Di poco effetto per una migliore perequazione riuscirono del pari gli sgravi posteriormente conceduti ad aleune provincie,

Egli è pertanto generale lamento di una grandissima spro- porzione nel riparto dell’imposta da provincia a provincia, da comune a comune, da possessore a possessore nello stesso comune.

E mentre l’imposta prediale regia nel suo complesso o per media si ritiene equiparare il 9 od il 10 per cento della ren- dita netta dei fondi, in alcune provincie e comuni non rag- giunge il 5 od il 6 per cento, inaltri tocca il 10 od il 12.

Assai maggiore è la diversitá da possessore a possessore per le mutazioni avvenute nelle colture dei fondi e nelle cir- costanze locali. si

Giá da molti anni si sono riconosciati i gravi inconvenienti di questo stato di cose. Esso è contrario zi principii della giustizia distributiva, ed all’uguaglianza nel pagamento dei tributi proclamata dallo Statuto; esso è dannoso allo Stato perchè gl’inipedisce di elevare i] contributo prediale a quella misura che mediante un piú equo riparto potrebbesi raggiun- gere senza aggravi dei possessori, e senza nocumento per la industria agricola.

Quindi è che fino dal 1818 (regio editto 24 dicembre detto anne) venne accolto dal Governo il divisamento di procedere ad una nuova generale catastazione dello Stato, e si diede cpera anche a prepararne i mezzi coll’attuazione di una spe- ciale imposta a tale uopo destinata.

Varie circostanze ritardarono sino ad ora l’esecuzione di questo utile divisamento. Ma sarebbe oramai impossibile il differire piú oltre una riforma reclamata da tanti interessi ed imperiasi motivi. La Camera stessa lo riconobbe giá, e con suo ordine del giorno raccomandava al Ministero di occuparsi al piú presto di cosí importante oggetto, per cui ne venne la precedente presentazione sovraccennata.

Nè dal por mano a questa operazione può essere di ostacolo la rilevante spesa che si dovrebbe a tale uopo incontrare nelle attuali strettezze delle finanze; imperocchè devesi conside- rare che trattasi di un’opera richiesta dalla piú rigorosa giu- stizia e dal ben inteso interesse dello Stato, devendo essa col tempo recare ben largo frutto al pubblico erario, e che tal opera non si potrebbe intraprendere immediatamente sopra una grande scala, e con troppo grave dispendio, do- vendosi prima preparare i regolamenti, ed istruire progres-