Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/643

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suali) sono iscritti pagamenti a diversi individui non nomi- nati; ora chi volesse discendere alla fonte non farebbe che convincersi essere a ciò ottenere insufficiente l’opera di un uomo, nè un breve tempo come è dato a noi senza il con- corso di pratici, e di materiale lavoro immenso.

Cosí neanco si potrebbe penetrare a fondo relativamente al pagamento dell’azienda spedito ed ordinato su semplici liste di spese fatte periodicamente presentate da alcun im- piegato investito di tal facoltá, quali ferono il direttore del magazzino merci per somme, in media, di lire 4000 al mese, ed un commissario (signor Testa) per l’azienda, cosí in ge- nere; cosí anche per quelle altre fatte e pagate alcuni mesi dopo il fatto di Novara dai comandanti delle batterie cam- pali d’artiglieria, a termine di regolamento 23 gennaio 1849, per spese fatte per la manutenzione delle medesime.

Né alcuno il quale abbia per poco studiato i principii ge- nerali di contabilitá e di spesa di denaro pubblico, potrá far a meno di riconoscere essere contrario agli stessi principii, salvo nei casi veramente urgenti e di poca entitá, che una me- desima persona sia investita cumulativamente delle facoltá di dirigere o far eseguire un’opera, di provvedervi coll’’occorrente spesa, col diritto della collaudazione e del rimborso della medesima, ovvero di avere un acconto per tali opere e prov- viste, e di conservare queste ultime; dovendo tuttora prece- dere un controllo, una ricognizione delle materie, cioè la collaudazione, l’iscrizione a registro prima della consuma- zione; dovendo tuttora rimaner distinta la dimanda, l’opera, l’accettazione, o la provvista, o compra, il pagamento e io impiego di ogni cosa o lavoro. E se ciò potè essere, come dissi, una necessitá durante la guerra attiva, non lo fu piú tosto che cessarono quelle circostanze; e vedendo come dopo l’armistizio di Novara, e anche stando aperto il Parlamento, le misure eccezionali abbiano continuato sino alla definitiva stipulazione della pace, e la sua accettazione dalle Camere, non possiamo che presentare tal fatto alle vostre considera- zioni; dobbiamo però notare che l’azienda dopo quell’epoca infausta concertò cogl’impresari rescissione totale o parziale di alcuni contratti per provviste e confezioni, come per kepy, panni, tele, coperte, tende, sottoselle, ece., per lire 651,981.

Fortunatamente , conviene dirlo, se si violò lo spirito delle regole amministrative stabilite a tutela degli interessi dello Stato, la pratica non produsse, a quanto mi consta, le conseguenze che si potevano temere, cioè l’abuso di autoritá; che il principio di onestá e di onore, frutto del sistema mi- litare generoso che resse il Piemonte per secoli sotto la casa di Savoia, come fu istinto del popolo, fu guida e senti- mento dell’impiegato. Quest’osservazione e questa veritá ci spiegano il come quasi sempre in questo periodo le compre

” fatte a trattativa privata riescirono piú economiche di quelle ghe risultarono da pubblici incanti.

La insufficienza di documenti per esaminare e giudicare i presentati conti è singolarmente notevole in quelli della Sardegna, nell’altra delle truppe lombarde; sul che dovrete passar oltre adottando, per una cosa transitoria, le conse- guenze di fatto compiuto.

AI difetto di sufficiente precisione nella indicazione dei motivi di spese, e delle autorizzazioni osservate nella reda- zione del precipuo registro che serve di base alla contabilitá, va in quell’anno talora congiunta quella di non esatta appli- cazione di alcuna spesa alla propria categoria. Cosí le spese di trasporto, per cui evvi la categoria 113, si riproducono e si impulano în piú altre, quali le 48, 58, 59, 69, 99, Iti; cosí alla categoria 38 (caserme) vediamo imputato un paga- mento di legna da ardere per, gli uffizi delle regie finanze;

cosí una provvista di sacchi a biada è pagata sulla categoria Foraggi, n° 641, invece di quella sua propria 59.

In quanto ai lucri ingenti che l’opinione pubblica asserisce essersi ottenuti dai provveditori di servizi, o di robe a uso dell’esercito, opinione fondata sulle osservazioni e sui risul- tati, noi ci limitiamo a ripetere quanto giá dicemmo nello spoglio precedente, cioè che questi, ove siano veri nel grado supposto, essi fureno il felice risaltato di un contratto che poteva, nel momento che veniva stretto, considerarsi come aleatorio, vale a dire che le conseguenze della guerra, come furono per essi favorevoli, potevano volgere a loro rovina; ripetiamo altresí che non abbiamo trovato prove, nè formali accuse di mala fede o di dolo in chi doveva essere censore deli’operare dei provveditori, e che se vi fu qualche prefe- renza di persone, o indolenza che possa aver influito sulle spese, ciò non lasciò di sè sicura traccia, se non quella dei prezzi concessi e pagati. Noi ci facemmo premura di raccogliere questi indizi, anzi queste prove, e ve ne presentiamo un ap- posito elenco , osservandovi che le provviste date a trattativa farono sempre, quando fatte dall’ufficio centrale dell’azienda, coi prezzi oitenuti per simili provviste anteriori dall’asta pubblica, la quale però per certi articoli di men estesa fab- bricazione non impedí la coalizione, come è facile il vedere per i pannilani nostrali.

D’altronde nella moltiplicitá delle persone e dei corpi che in quell’epoca furono chiamate a fare gli affari, i quali nei tempi di pace erano esclusivamente devoluti all’azienda, af- fari che, benchè fatti da altri, ella dovette regolarizzare, li- quidare, sarebbe impossibile il far comparire alla sbarra del nostro tardo giudizio, per renderci piú chiaro conto del suo operato, chiunque ne fu partecipe, avendo l’azienda stessa 0- perato tutto il possibile, con tutta la maturitá del tempo, e coll’autoritá e colle cognizioni sue, onde accostare lo scritto alla veritá, riducendo in spogli o rendiconti regolari questa spinosa e intricata ereditá di tanti ammivistratori o gerenti spenditori di pubbíico denaro.

L’azienda non meno che i corpi militari cercarono altresí di riconoscere la veritá sia sul fatto degl’impresari, sia su quello di contabili, di conducenti e depositari, sia infine di altri individui risponsali, sulle perdite, o smarrimento, o ra- pina, o distruzione, allegata dai medesimi, di arredi, di armi, di carri, di viveri, sofferta per forza maggiore, 0 per le con- seguenze Uegli eventi della guerra ; essi cercarono di distin- guere queste perdite da quelle che fossero state esagerate 0 fiate, ovvero l’effetto d’incuria, di negligenza, o altra non legittima o colpevole causa; ma staute la lor natura, e dopo un considerevole tempo trascorso, non poterono ottenere che informazioni tali da dubitare con fondamento essere incom- plete, ma pure dovettero rassegnarsi alle medesime. Questa osservazionesè evidentemente applicabile ai debiti dei sol- dati sulla lero massa di deconto, debiti che si fecero assai considerevoli nei due anni di cui parliamo.

La gravitá, l’inaudita, l’inattesa novitá dell’impresa as- sunta dal Piemonte nel 1848, la severitá, la rapiditá degli eventi che si produssero, la capacitá, lo spirito, la moltipli - citá delle persone che comparirono e a brevi intervalli al potere, l’inesperienza di alcuni riguardo alle cose, ai fatti, alle abitudini precedenti, sono circostanze tali, sono tali ar- gomenti veri e possenti che debbono renderci guardinghi, se vogliamo essere giusti, nel censurare l’amministrazione della guerra, che subí principalmente tutta la violenza di quel- l’improvviso generale movimento, di quell’azione che ebbe luogo nell’anno 1848; nel susseguente le cause di confu- sione, e per gli stessi motivi non scemarono; dopo Ì’ armisti-