Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/85

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diocesi savoine e piemontesi, sia dai Consigli comunali di al- cune cittá della Savoia.

I fratelli delle scuole cristiane fondarono principalmente i loro reclami so questi motivi:

1° Che per mezzo del loro istituto si provvide e si prov- vede con tenue dispendio ad un bisogno principalissime del popolo, il quale servizio sembra compensare largamente la ilispensa dal raggiungere le bandiere, dispensa ristretta al tempo in cui l’inseritto continui a prestar l’opera sua neli’u- mile e laborioso uffizio ci maestro;

2° Che questa dispensa è pel loro istituto elemento essen- ziale di conservazioie, poichè senza di essa vanamente si adoprerebbe ad avere un aumero sufficiente di allievi-mae- stri, questi scegliendosi ordinariamente fra giovani figli di nou agiate famiglie, alle quali non potrebbe convenire, come pon conviene all’istituto, di sobbarcarsi a gravi sacrifici di danaro, di tempo e di fatiche, colla minaccia di perdere il fruito depo alcuni anni di tirocinio e di studio;

5° Chie tale dispensa in uno o in altro modo, è loro cen- ceduta ovuague sono ammessi, sia 0 non sia, che ne godano gli altri maestri, poichè troppo diversa è la condizione dei fratelli da quella degli altri insegnanii, i quali non egual- mente rinunziano a quelunque alira occupazione proficua, ed a quale che siasi anche remota speranza di far migliore la pro- pria condizione ;

4° Che molto diversamente si debbe considerare la dispensa di alcuni individei, i quali potrebbero forse liberarsi in altro modo, da quella dispensa ch’è dimostrata necessaria alla esi- stenza di una intiera corporazione somministrante allo Stato centinaia di maestri, e non avente altro scopo che quello di giovare al popolo.

1 vescovi della Savoia e del Piemonte, nelle loro petizioni al Senato, commendarono nel modo piú onorevole i servizi che si rendono da queste corporazioni d’insegnanti, e di- chiararono che la revoca delle dispense dal servizio militare sarebbe per esse condanna a cessare di essere in questi Stati, la qual cosa sarebbe universalmente lamentata come una vera disgrazia.

Eguali timori ed anche piú vive.iequietudini si espressero dai Consigli delle cittá di Yenne e di Rumilly, in delibera- zioni da essi trasmesse al Senato, nelle quali ampiamente si loda l’insegnamento dei fratelli delle scuole cristiane, atte- stando fra gli altri questo fatto, che i savoiai loro allievi seno desiderati e bene accolti, tanto in Savoia, quanto nelie cittá piú industriali delia Francia per l’educazione da essi rice- vata, è per l’acquisiata loro attitadine all’agriccltura, al commercio, e ad altri rami di industriale lavoro.

A queste rimostranze di Consigii comunali, noi dobbiamo aggiungere il voto emesso dal Consiglio divisionario di Ciam- berí nella sua tornata di settembre 1853 e da lui fatto inse- ire nella relazione delle sue deliberazioni, comunicata al Senato (pag. 239).

Da questo voto si raccogiie cae i soli fratelii delle scuole eristiene contano in Savoia 10,500 allievi ed aliri in numero assai considerevole sono affidati alle cnrs di altre simili cor- porazicni religiose nelle diocesi di Tarantasia e di Ciamberi, che nen sarebbe per ora possibile di sostituire aliri inse- gnanti a questi che giá sono cari ai popolo ed atti a conti nuare efficacemente nella benefica ioro impresa ; che infine la soppressione della loro dispensa dal servizio militare, traendo seco lo scoraggiamento dei giovani che incliperebbero a far parte di tali corporazioni, produrrebbe necessariamente un funesto sconcerto in molte scuole della divisione di Savoia.

Sessrove DEL 1853-54 — Documenti — Vol. £. vi

samente al debito che le correva di riferirvi in compendio i desiderii e le ragioni che vi si esposero quasi a sostegno del voto da voi dato altro volta in favore dei religiosi maestri dell’infanzia popolana. E certamente l’odierno relatore che riempi allora lo stesso uffizio, non oserebbe portar oggi la parola innanzi a voi consigliando cosa per cui debba mancare all’istruzione ed alla morale educazione del popolo il soc- corso di sí appropriati maestri.

La Commissione fa unanime nel desiderio della îoro con- servazione e del loro progresso, ma non dubitando che il Sanato vorrá, come è suo costume, mostrarsi sempre ineli - nevole a tutto ciò che si possa coscienziosamente consentire pel desiderato accordo fra i poteri dello Stato, ella passò ad esaminare se veramente la mancanza di una speciale dispo- sizione in questa legge che prescriva la sospensione di par- tenza in loro favore abbia a produrre i funesti effetti che si temono.

È vero che presso tutte le nazioni, da cui i fratelli delle scuole cristiane furono ap:messi a riempire la benefica mis- sione del loro istituto, si riconobbe la necessitá di farli esenti dal’obbligo di prestare servizio militare, e la dispensa ne fu loro conceduia per causa di pubblica utilitá. Ma ciò si fece per mezzo d’individaali provvedimenti ossia congedi illimi. tati, senza speciale disposizione di legge, come nel Belgio, ovvero per mezzo di legislative determinazioni fatte in favore di tatti i membri della pubblica istruzione che siansi vinco» lati a questo servizio per traito di tempo piú lungo della ferma militare. Cosí finora e da lungo tempo si provvede in Francia, e poichè le leggi francesi sul reciutamento dell’eser- cito ferono da noi prese meritamente a modello nelle prin- cipali disposizioni delle nostre leggi sulla leva, sembra op- portuno che al Senato si espoogano i provvedimenti che in Francia si fecero, piú 0 meno direttamente, in favore dei fratelli delle scuole cristiane.

La legge dei 10 marzo 188 (art. 15) dichiarò dispensati dalla partenza «les éléve de l’École normale, et les autres «membres de l’iastruction publique qui contracteroni devant a le Conseil de l’université l’engagement de se voner pen- «dant dix années á ce service,» e quindi soggiunse: «cette «disposition est applicable aux Frères des Écoles chré- «tiennes. >»

La stessa disposizione si trova ripetuta nella legge del 21 marzo 18532, tralasciato l’alinea che faceva speciale men- zione dei suddetti fratelli, per la ragione accennata nelle note al Codice universitario (1846, pag. 251), che dessi ave- vano anorevolmenie dimostrato non aver bisogno di eccezio- nali facilitazioni, e potersi facilmente sottomettere agli esami ed a iutfe le altre condizioni che dalla legge si vogliono per la dispensa degli altri maesiri,

Finalmente nella legge sull’ insegnamento del 13 marzo 1850 cosí è disnosto all’articolo 79 : «Les instituteors sdjoints «des écoles publiques.,. les membres, ou novices des asso- «ciations religienuses vouées À l’enseignement et autorisées «par ia loi, cu reconnues comme éiablissements d’alilité «publique... sont dispensés da service militaire, s’ils ont, «avant l’époque fixés poor le tirage, contracié devant le «recteur l’engagement de se vouer pendani dix ans á Ven- «seignement public et s’ils réalisent cet engagement.»

Cosí la Francia dimostrò, con leggi rinnovate dopo molti anni di feiice esperimento, come da lei si apprezziao i ser- vizi di che abbisogna la pubblica istruzione anche a con- fronto di quelli che occorrono per la forte costituzione del suo esercito, e sicuramente nell’attuale condizione del no-