Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf/10

Da Wikisource.

DOCUMENTI PARLAMENTARI

=

Pateri Filiberto, professore di leggi all’ Universitá di To- rino;

Castelli Michelangelo, primo uffiziale del Ministero dell’in- terno; ; Piacenza Giuseppe, maggiore ; Durando Giacomo, generale; | Boyl Pietre, generale; ‘Piccinelli Domenico, consigliere d’Appello; î Tola Pasquale, consigliere d’Appello; ‘ - Ferracciu Nicolò, professore di leggi all’Universitá di Sassari; Astengo Giacemo, provveditore agli studi di Savona; Isola Ferdinando, provveditore agli studi di Novi; Bertoldi Giuseppe, ispettore delle scuole secondarie; Bò Angelo, direttore della Sanitá Marittima ; _ Brunet Carlo, provveditore agli studi di Cuneo ; Delfino Yittorio, generale; Cattaneo Gianotto, professore di geometria all’Universitá di Genova; Asproni Giorgio, provvisto di annualitá ; Galvagno Filippo, consigliere dell’Ordine dei sant: Maurizio ‘e Lazzaro; Gerbone Giuseppe, vice- -intendente della casa di S. M.; Arnulfo Ginseppe, impiegato in aspettativa; Avondo Carlo, impiegato in aspettativa. _ La maggior parte dei nomi che precedono ati a deputati, di cui non puossi dubitare debbano considerarsi come impiegati; ma la Commissione crede dovervi esporre i motivi che la indussero a collocare in tal novero alcuni di essi. n Il sacerdote Giorgio Asproni erá canonico penitenziere nella cattedrale di Nuoro. Con determinazione presa da S. M. in udienza del 13 febbraio 41849 gli venne conceduta la pen- sione od annualitá di lire 2500 per. il caso della formale di lui rinuncia al canonicato, e finchè non fosse altrimenti prov- veduto; quale annualitá, da valergli anche a titolo di patri- monio ecclesiastico, fa provvisoriamente assegnata sui fondi del vacante priorato di Bonarcado, il quale è un beneficio di patronato regio. Se non si riguardasse che Vorigine di que- sta pensione data in corrispettivo della rinuncia al canoni- cato, dal che per veritá non si sa vedere quale utile torni - allo Stato, il deputato Asproni non potrebbe considerarsi come impiegato; ma ove si consideri il tempo ed il modo con cui può eessare questa pensione, cioè quando sará altri- menti provveduto, il deputato Asproni è precisamente nella posizione di un impiegato in aspetiativa. Poco giova investi- gare la natura del fondo sul quale è pagata l’annualitá ; ’es- ‘. senziale si è da chi sia concessa. D’altronde il non contra stato diritto del Governo di fare quell’assegnamento dimostra che egli avrebbe potuto impiegarlo in. vera utilitá dello Stato, e cosí sarebbersi risparmiati i denari dei contribuenti. Quindi si scorge che, almeno indirettamente, ma non perciò meno efficacemente, sull’erario nazionale gravita la pensione del deputato Asproni. Che se si dicesse la legge parlare d’im- piegati, e non potersi avere-come tale chi non ha mai eserci- tato fanzioni del Governo, risponderemmo in primo luogo, essere questo tale in peggior condizione, in quanto che quando il Governo toglie lo stipendio ad impiegati che esercitano fanzioni, si priva dell’opera lore; al contrario quando’ toglie assegnamenti gratuiti, non avvi che profitto per la nazione, epperò piú pericolosa, piú precaria è la condizione di coloro che ne godono. Avvertiremo finalmente che se la legge parla ‘ unicamente di impiegati stipendiati e non di stipendiati senza impiego, ciò avvenne sicuramente perchè lo strano caso che ci occupa non poteva essere dalla legge preveduto.

Il deputato Galvagno gode di una pensione di lire 1000 come antico consigliere della facoltá di legge, pensione che dal bilancio dell’istruzione pubblica fece passaggio a quello del regio erario, e di eguale pensione sopra il tesoro dei santi Maurizio e Lazzaro come cavaliere di quest’Ordine, ma tali pensioni essendo irrevocabili non lo pongono nel novero degli impiegati. Inoltre il cavaliere Galvagno è consigliere dell’Ordine de’santi Maurizio e’ Lazzaro, carica cui è sempre

‘annessa una commenda dell’annuo reddito di lire 1000 come

scorgesi dalle magistrali patenti del & maggio 1832. Quindi sebbene le dette lire 1000-siano dote della commenda, tut- favia siccome non ne godono tutti i commendatori, nia bensí tutti quei commendatori che sono nello stesso tempo consi- glieri, siccome giusta l’articolo 5 delle magistrali patenti del 16 marzo £1851, al cavaliere Galvagno, che giá godeva di lire 1000, non si sarebbe potuto assegnare altra somma se non come consigliere dell’Ordine, cosí pare tali lire mille doversi considerare come vero stipendio; epperò la Commissione è di parere doversi il deputato Galvagno annoverare fra gli im- piegati.

Il cavaliere Gerbore è vice-intendente generale delta dota- zione della Corona collo stipendio di lire 6000, Per- annove- rarlo fra gli impiegati la Commissione non credette neces- sario investigare la vera natura della dotazione della Corona; le bastò il riflesso pon doversi tanto tener conto del fondo sul qual è pagato lo stipendio, quanto da chi se ne ha l’investitura. Ora la nomina del cavaliere Gerbore è contrassegnata dal so- printendente generale della dotazione della Corona, la nomina del quale ognuno sa essere sempre contrassegnata da uno dei ministri. Laonde si tralascia di osservare che, tanto secondo la giurisprudenza invalsa nella nostra Camera, quanto presso altre nazioni rette costituzionalmente gl’impieghi di Corte sono annoverati fra quelli di cui si tratta.

Al-deputato Arnulfo, posto in aspettativa, sono state asse- gnate lire 3000, alle quali generosamente egli rinunciava. Ma la Commissione considerando trattarsi di un contratto bilaterale, nel quale manca il consenso di una delle parti, epperò potere il deputato Arnulfo rivocare la sua rinuncia da un momento all’altro; considerando inoltre doversi te- nere conto piuttosto del diritto anzichè del fatto, è di senti mento doversi il cavaliere Arnulfo annoverare tra gl’im- piegati.

Maggior dubbiezza presenta la posizione del professore Avonde il quale è stato collocato in aspettativa senza stipen- dio. Tuttavia la Commissione crede doverlosi considerare come impiegato, - -primieramente perchè, giusta l’articolo 19 del regio brevetto 21 febbraio 1835, il deputato” Avondo ha diritto al terzo dell’assegnamento di cui godeva in attivitá di servizio; in secondo luogo perchè anche rimanendo in aspet- tativa egli acquista diritto alla pensione di riposo, vantaggio di cui potrebbe essere spogliato ove fosse dal Ministero di- SMESSO.

Venendo alla conclusione, essa potrebbe essere formolata nei seguenti termini:

Che si riconosca. che il numero degli impiegati o funzio- nari regi stipendiati , che fanno ora è pn della Camera , ascende a BI...