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Relazione fatta al Senato il 6 marzo 1854, dall’ufficio centrale composto dei senatori Ricci A., Di Pamparato, Borromeo, Di Montezemolo e Colli, relatore.

Sicnori! — Il sistema iniziato colla legge del 18 novembre 1850 ha prodotto ottimi risultati nel servizio postale. Mercè i favori per essa concessi alle relazioni commerciali ed indi- viduali, non fu scemato questo ramo interessante di pubblica entrata non ostante la ragguardevole diminuzione introdotta sulla tassa delle lettere. Varie convenzioni furono conchiuse in conseguenza di questa legge colla Francia, il Belgio, la Svizzera, la Spagna, la Toscana. Quella coll’Austria che è ora soltoposta alle vostre deliberazioni, basata sui medesimi prin- cipii, tende ad assicurare al paese nostro i medesimi van- taggi riguardo a quest’ultima potenza } diminuzione di tariffa, libertá di affrancamento, agevolezze di trasporto e di scambi nelle corrispondenze. Nulla potrebbe aggiungere il relatore del vestro ufficio centrale al luminoso rapporto del regio commissario, unito al progetto di legge che voi avete sot- L’occhio, in ordine ai particolari contenuti nella convenzione ed alle spiegazioni relative. Il Governo, stretto dal lempo, e valendosi della facoltá concessagli dall’articolo 40 della men- tovata legge 18 novembre 1850, sentito il parere del Consi- glio di Stato, ha creduto poterla attuare sino dal f° dello scorso gennaio, Riesce di somma soddisfazione al riferente il potere asserire che questa convenzione, avendo subito Ja prova del tempo per lo spazio di oltre due mesi, non sorse la ben- chè mipima lagnanza contro di essa per parte degli interes- sati.

La convenzione postale fu conchiusa col Governo austriaco unitamente all’altra per la congiunzione dei telegrafi, colla condizione che le due convenzioni avessero simultanea esecu- zione. Cosí dal 1° scorso gennaio i nostri concittadini godono del doppio vantaggio che sará per procurare loro la promu!- gazione della linea telegrafica e di quello prodotto dalla mag- giore facilitá nelle relazioni epistolari coll’Austria e tutta in- tera la Germania; tanto piú da apprezzarsi in quanto che giova sperare che il porto di Genova sia per divenire in breve uno dei piú facili scali del commercio di quella vasta contrada.

Per i sovra esposti motivi l’ufficio centrale unanime vi pro- pone per organo mio l’adozione del progetto di legge.

Societá di credito fondiario.

Progetto di legge presentato alla Camera il 23 gen- naio 1854 dal presidente del Consiglio ministro delle finanze (Gavour). (V. Documenti, Sessione 1852, volume IIl, pag. 1882).

Relazione fatta alla Camera il 23 gennaio 1854 dalla Commissione composta dei deputati Arnulfo, Gasti- ‘nelli, Lanza, Farina Paolo, Brignone, Depretis, e Di Salmour, relatore.

Sicnon1 1 — Le considerazioni svolte dal signor ministro delle finanze nella esposizione dei motivi del progetto di legge da lui presentato sopra le societá di credito fondiario, la serie di documenti che raccolti e pubblicati intorno a que- sta importantissima materia per cura del ministro medesimo furonvi distribuiti, e finalmente la popolaritá colla quale fa

accolto nel paese questo progetto e la impazienza con cui se ne aspetta Ja discussione, fanno soverchia ed inutile ogni ulteriore disquisizione tendente a dimostrarvi la necessitá e la convenienza di riordinare il credito fondiario.

La vostra Commissione reputa quindi dover restringere la sua relazione ad esporvi per sommi capi e colla maggiore brevitá possibile le principali fasi della discussivne seguita nel suo seno, ed a spiegare i motivi che la indussero a fare al progetto del Governo alcune modificazioni.

Prima però che essa s’addentrasse nell’esame delle disposi- zioni di questo schema di legge, quantunque (giova ripe- ferlo) giá altamente compenetrata non solo della convenienza, ma sí anche della necessitá di esso, dovette arrestarsi a fronte di due questioni, le quali venivano giá mosse in seno agli uffici, ed ambe si risolvevano nel vedere se nelle presenti condizioni politichs e coll’altuale nostro regime ipotecario vi fosse opportunitá per una legge sul credito fondiario.

Mentre infalti unanimi gli uffici riconobbero che sarebbe un beneficio pel paese lo stabilimento di societá di credito fondiario, e, considerandolo astrattamente, chiarivansi pro- pensi ad accettare in massima il progetto ministeriale; pur tuttavia in essi parecchi rimanevano in forse sulla opportu- nitá di questa riforma, chi dubitando che essa possa venir guasta dagli eventi politici e dalla crisi finanziaria che tur- bano l’Europa, e chi pensando che ostacoli troppo gravi si oppongano ad istituzioni della maniera di credito di cui di- scorriamo, dalla vigente nostra legislazione ipotecaria.

Debbo anche soggiungere, o signori, che a queste due questioni pregiudiciali, le quali tendevano a differire indefi- nitamente la discussione del progetto di legge, è dovuto in parte se trascorsero tanti mesi prima che intorno ad esso vi si presentasse la relazione. E per vero oltre ad altri motivi, chela Camera comprenderá di leggieri, fu guesta per lo ap- punto la causa per cui parecchi commissari anteponessero siccome piú urgenti alcuni altri lavori pure loro affidati, e che quindi la Commissione non potesse costituirsi definitiva- mente fino al i° del prossimo passato giugno, che è quanto dire circa ad un anno di distanza dalla prima presentazione del progetto di legge.

Por tottavia se le due quistioni pregiudiziali sopraccen- nate hanno potuto influire di tal modo sull’animo de’ vostri commissari da far indugiare la presentazione della relazione, bene discusse e studiate a fondo non valsero a dissuaderli dell’opportunitá che avvi, anche nelle condizioni presenti, di compiere la riforma che vienci dal Governo proposta. Ed eccone i motivi: E i

A prima giunta veramente la crisi finanziaria, ond’è {ra- vagliata l’Europa, sembra consigliare a soprassedere da ogni nuova istituzione, a dar vita alla quale occorra valersi del credito, Ma se anche tenendc conto delle condizioni generali e politiche e finanziarie, ben si considerano le condizioni speciali del nostro paese, debbesi conchiudere che queste esigono imperiosamente che il progetto in discorso venga senza indugio discusso e tradotto in legge.

E per vero, se a primo aspetto pare inopportuno il voler rierdinare il credito fondiario nel punto in cui il credito pubblico ed il privato sono per ogni dove grandemente de- pressi dalla crisi finanziaria, conseguenza della crisi anno- naria e della guerra d’Oriente, non è men vere che mai forse fu piú necessario e piú urgente lo alleviare le condizioni in cui trovansi la proprietá fondiaria e l’agricoltura per questa stessa crisi, per le sofferte calamitá, e finalmente per le fu- neste conseguenze della febbre dellespecalazioni industriali e commerciali che depresse viemaggiormente il giá troppo