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documenti parlamentari


lamento abbia concesso ad altre simili imprese, ed anche di minore utilità pubblica di quella di cui qui si tratta.

Né meno sicuri e rilevanti sono gli utili diretti che se ne procura la finanza dello Stato, indipendentemente dagl’indiretti ed essenzialissimi chie procedono dal vigoroso impulso, che all’industria ed al commercio interno ed al concorso del porto di Genova sui mercati vicini, darà une sviluppo di ferrovie così bene a tutti questi interessi coordinate.

Fra i quali utili diretti giova specialmente ricordar quello che deriva dall’avere, come si disse, accollato all’impresa delle ferrovie Ja cessione dei bagni d’Acqui, Il canone che trae la finanza dalla locazione dell’attuale stabilimento non eccede le lire 20,000 ed è aggravata da passività non poche e non lievi. Né in questo tenue profitto consiste il maggiore inconveniente di tal modo d’esercitare lo stabilimento, Ben piú grave e da tutti lamentato è il danno che reca alla pubblica igiene ed alla prosperità del paese circostante l’insufficienza dello stabilimento medesimo, che non consente se non che un troppo limitato concorso di forestieri,

E se questa insufficienza si manifesta nello stato attuale delle cose, si pensi quanto maggiore si farebbe quando la strada ferrata d’Acqui, legandosi con una vasta rete di strade ferrate dell’interno e di altri Stati, renderà pronto, economico ed agiatissimo il convegno a quei bagni, che per, la copia, la natura e la singolare efficacia delle acque e dei

fanghi, e per l’amenità e la salubrità del paese in cui sono situati, non hanno forse in Europa chi li agguagli non che chi li superi.

Il contratto attuale d’affittanza dei bagni cra duraturo fino al 1862. Ora egli è troppo evidente che, volendo i concessionari delle strade ferrate trovino nell’esercizio dello stabilimento un allettamento ed un compenso ai molti aggravi a cui si assoggettano, non sarebbe ragionevole esigere che o rispettassero quella lunga affittanza, o dovessero subire per isvincolarsene le pretese del locatario, le quali, fatta che fosse la concessione, avrebbero potuto diventare esorbitanti per il pregio molto maggiore che i bagni acquistavano, mercè la costruzione della via ferrata. Era quindi mestieri che il Ministero delle finanze cominciasse dal rescindere il contratto; il che ottenne coll’indinnità di lire 80,000 accordate al concessionario, al quale era inoltre giusto pagare una somma di lire 10,000 circa che il locatario aveva spese recentemente per ristaurare un fabbricato adiacente allo stabilimento, che verrebbe ceduto insieme a questo ai concessionari della ferrovia.

La finanza, facendosi però pagare da essi la somma di lire 660,000, viene, oltre al rimborso delle dette due somme, a ricevere pello stabilimento demaniale un capitale di 570,000 lire, invece di un annuo affitto lordo di lire 20,000, che, purgato dalle spese, si riduce ad una rendita netta molto tenne. Il maggior vantaggio deriva però sempre da ciò che, obbligandosi la compagnia a spendere lire 600,000 nell’ampliazione dello stabilimento demaniale e lire 600,000 essendole pure imposto di dedicare all’erezione d’uno stabilimento nuovo, verrà a cessare la lamentata insufficienza attuale.

Né crede il Governo che questi oneri, che son pur gravi e che perciò non potrebbe sperarsi venissero assunti da una impresa limitata al solo esercizio dei bagai, possano fare ostacolo a trovare una società seria che aspiri alla concessione cumulativa della ferrovia e dei bagni medesimi, Imperocché le due imprese associate si recheranno scambievolmente tale un aiuto efficacissimo, da procurare un giusto compenso anche all’impiego del capitale di due milioni all’incirca, che l’acquisto e l’ampliazione dello stabilimento demaniale, la costruzione del nuovo e Parredamento d’ambidue verranno ad importare.

Nella confidenza pertanto in cui è il Governo che non manchino società serie che aspirino alla complessiva impresa, confidenza avvalorata dalle dichiarazioni di alcuna delle ditte che ottenevano la facoltà di fare gli studi, e che compierono di già i progetti delle strade ferrate, egli invoca da voi, 0 signori, che vi piaccia adottare l’unito progetto di legge, approvando insieme l’allegatovi capitolato di concessione.

PROGETTO DI LEGGE.

Art. 1. È autorizzata la costruzione delle seguenti linee di strade ferrate da comprendersi insieme al loro esercizio in una sola concessione:

a) Linea da Alessandria per Tortona e Voghera a Stradella;

b) Linea da Alessandria ad Acqui;

c) Linea da Novi a Tortona.

Art. 2. E pure autorizzata la cessione dello stabilimento balneario d’Acqui di proprietà dello Stato alla compagnia che si renderà concessionaria delle suddette tre linee di strade ferrate,

Art. 3. È fatta facoltà al Governo di concedere la costrazione e l’esercizio delle strade ferrate di cui all’articolo 1 ed a fare la cessione dello siabilimento balneario d’Acqui, di cui all’articolo 2, sotto la osservanza dell’unito capitolato,

Art, 4, 1 nostri ministri segretari di Stato per le finanze e pei lavori pubblici daranno le disposizioni occorrenti per la esecuzione della presente legge che sarà registrata al controllo generale, pubblicata ed inserita negli alti del Governo.

CAPITOLATO DI CONCESSIONE.

§1. — Soggetto della concessione.

Art. 1. La compagnia che si costituirà in base del presente capitolato assumerà a tutte sue spese, rischio e pericolo la costruzione e l’esercizio delle seguenti linee di strade ferrate che formar devono una sola impresa sociale e vengono tutte comprese in un’unica concessione:

a) Linea da Alessandria per Tottona e Voghera a Stradella;

b) Linea da Alessandria ad Acqui;

c) Linea da Novi a Tortona.

Art. 2. La compagnia stessa assume anche a suo profitto e a spese sue l’esercizio tanto dello stabilimento attuale dei bagni d’Acqui, quanto di un nuovo stabilimento che essa si obbliga di erigere in vicinanza di detta città sulla sinistra della Bormida, a quelle condizioni e patti speciali che sono formulati nell’appendice a questo capitolato.

S II, — Tracciato, pendenza e collocamento delle stazioni.

Art. 3. La linea da Alessandria per Tortona a Stradella si diramerà da quella dello Stato al di là del ponte della Bormida alla distanza di circa quattro chilometri dalla stazione d’Alessandria; s’accosterà alle città di Tortona e Voghera quanto conviene pel miglior servizio di queste città ed è compatibile colle condizioni del sito, e terminerà in guisa a Stradella che il tracciato possa essere a suo fempo regolarmente prolungato sino al confine del ducato di Parma verso Castel San Giovanni.

Art. 4. La linea da Alessandria ad Acqui partirà immedia-