Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf/314

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munali, e cosí per le sole spese della divisione i possessori di terreni pagavano annualmente lire 440,000 quando l’im- posta saliva al suo limite massimo, il che si verificò costante» mente dacchè la divisione ebbe vita.

A questo sfato di cose che tornava tanto pregiudicievole agli interessi dell’agricoltura venne col vostro concorso ar- recato opportuno temperamento coll’articolo 58 della legge 28 aprile 1855, il quale determina dovere i carichi preaccen- nati essere sopportati proporzionalmente da tutti i contri- buenti che pagano qualche imposta diretta. Gli effetti di questa savia misura che vedrete ricapitolati nel quadro che unisco alla presente furono considerevoli, avvegnachè della imposta divisionale 1853, la quale salí a lire 440,000, la pro- prietá fondiaria ne pagò sole lire 325,060 23, e le rimanenti lire 114,939 75 vennero pagate da altri contribuenti.

Dai calcoli istituiti sulla base degli elementi del 1833, i quali non possono andar soggetti a rilevanti variazioni, ri- sulfa che, accrescendo di lire 80 mila l’imposta divisionale, e portandola cosí a lire 520 mila pel 1854 soltanto, la pro- prietá territoriale vi dovrebbe contribuire per lire 584,162 12, ed avrebbe quindi un vantaggio di lire B5,837 89 a fronte del passato, nel mentre stesso che parteciperebbe ai benefizi che derivano dallo sviluppo maggiore dato alle comunica» zioni stradali.

A questi fatti, i quali per sè stessi dimostrano come il pro- posto onere non possa riuscire troppo gravoso ai contribuenti, vengono in sussidio altre considerazioni che, a parer mio, corroboraro la proposta che ho l’onore di farvi e sono:

In primo luogo le condizioni economiche degli abitanti della divisione, le quali sono assai piú prospere di quelle della generalitá degli altri regnicoli, perchè i raccolti del

riso e del vino che costituiscono ivi Îa principalissima risorsa furono nel 1853 per una fortunata eccezione mezzanamente abbondanti, ed è poi ampiamente compensato dall’insolito prezzo di quelle derrate il manco nella quantitá;

Secondariamente, essendo nei voti della maggioranza dei cittadini che sia restituita alle provincie la loro autonomia, ed il Governo del Re avendo deciso di presentarvi prossima- mente un progetto di legge che dia soddisfazione a quel de- siderio, pare meno opportuno che questa divisione incontri, alla vigilia forse di essere sciolta, un onere che riescirá di inciampo alla liqaidazione dell’asse aitivo e passivo comune, e vincolerá l’ayvenire dei membri che ora compongono l’as- sociazione.

Per ultimo è fra le cose possibili che la Cassa centrale a cui affluisce continuamente un gran numero di domande di anticipazioni per parte dei comuni desiderosi d’intrapren- dere lavori onde procacciare la sussistenza alla numerosa classe dei braccianti, & che perciò stesso meritano di essere preferiti, non si trovi in grado di concedere alla divisione il mutuo che la medesima fosse autorizzata a contrarre. Il che, ove accadesse, porrebbe quest’ultima in gravi imbarazzi, es- sendo poco probabile che un privato voglia affidarle un co- spicuo capitale nella presunta prossimitá del di lei sciogli- mento e nella impossibilitá di sapere se una o piú, e quali provincie sarebbero in avvenire le sue debitrici.

Da queste considerazioni io fui condotto a proporre a S. M. di preferire l’aumento dell’imposta alla contrattazione di un mutuo passivo, ed in obbedienza agli ordini della M. S. ho onore di deporre al banco della Presidenza l’unito progetto di legge, pella cui discussione domando l’urgenza.