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sessione del 1853-54


poi non poter far dubbio la conservazione della linea attuale sintantochè fosse attnata la nuova, ed esservi per avventura convenienza di aspettare che la ferrovia da Torino a Novara per Vercelli fosse compita per cedere alla socielà proprietaria della medesima il materiale telegrafico che si rendeva, a parere dell’ufficio, superfluo, tale cessione potendo riescire utile allo Stato e proficua eziandio alla compagnia acquirente.

Tuttochè annuente il vostro ufficio centrale alla proposta del Governo, prima di prendere una definitiva deliberazione eleggeva il relatore e lo incaricava di chiedere al signor ministro dei lavori pubblici, quale fosse il suo intendimento interno alla conservazione o rimozione della linea telegrafica attualmente esistente.

Il prelodato ministro, corrispondendo al desiderio manifestatogli, colla maggiore cortesia pose il relatore in grado di dichiarare che egli è precisamente del parere che le due linee non debbano coesistere, e quindi avere il fermo pro ‘ posito di togliere quella lungo Ja strada reale appena il tronco di ferrovia da Vercelli passando per Casale si riunirà a Valenza colla ferrovia dello Stato, mentre così ‘Vercelli non sarà privata del grandissimo beneficio di che gode, dell’instantanea trasmissione deile sue corrispondenze, ed inoltre vi sarà il vantaggio di poter cedere a quella compagnia il materiale non più necessario pel servizio dello Stato.

Trovandosi consono il parere del Ministero con quello delufficio centrale, non sorse dubbio sul punto di lasciare al Governo la libertà di fissare l’epoca più opportuna per operare l’abolizione della duplice linea e la conseguente vendita del materiale, onde operare un risparmio, ancorchè piccolo, alle nostre stanche finanze, e venne senza più neli’unanime avviso di proporvi di sanzionare il progetto di legge che forma argomento di questa relazione, sì e come venne proposto dal Ministero.



Applicazione del sistema di propulsione idropneumatica
al piano inclinato dei Giovi.

Progetto di legge presentato alla Camera il 10 aprile 1854 dal presidente del Consiglio ministro delle finanze (Cavour).

Signori! — Il Ministero, presentando a questa Camera il progetto di legge per la concessione di una condotta d’acqua da Busalla a Genova, ha fatto conoscere di quanto alto interesse fosse per il prospero avvenire della strada ferrata il poter valersi dell’acqua medesima per applicarne la forza motrice ai macchinismi inventati da alcuni valenti nostri ingegneri per comprimere l’aria e sostituire la sua elasticità alla forza del vapore che spinge le locomotive, evitando così intieramente i gravi ostacoli ed inconvenienti che da un sistema di macchine fisse applicate all’esercizio di un lungo e tortuoso piano inclinato sono inseparabili; e conseguendo insieme quell’economia e quella potenza che si richiede per far montare uniti i più pesanti convogli, le quali non si possono ottenere con qualsivoglia sistema di locomotive a vapore, quando la salita arriva come ai Giovi al 3 1/2 per cento.

D’allora in poi il Ministero ebbe argomento di confermarsi vieppiù nel suo divisamento. Imperciocchè da una parte la invenzione del sistema di propulsione idropneumatica sovraccennato acquistò sempre maggior fiducia per nuovi studi che ne confermavano la felice riuscita e per l’opinione sempre crescente che in suo favore manifestavano giudici competentissimi; e dall’altra parte, essendosi nel frattempo avuto campo di provare col fatto quanto gravi fossero le spese della locomozione a vapore sui piani inclinati dei Giovi, si potè stimare con sufficiente approssimazione la grande economia che si sarebbe ottenuta col sostituirvi la potenza della elasticità dell’aria.

Tuttavolta il Ministero non istimò potersi abbandonare intieramente a questa fiducia di felice e compiuto successo, se la bontà del trovato non fosse prima confermata dall’esperienza, non di modelli nè di applicazioni fatte in piccola scala, ma di una vera attuazione del sistema sopra un tronco di via ferrata, che, costrutto nei modi e colle proporzioni ordinarie, avesse uno sviluppo sufficiente per provare ad un tempo e l’effetto utile della propulsione nel trainare pesanti convogli, e la sicurezza dei macchinismi per garantire il non interrotto servizio.

Nell’intendimento di venire a questa prova di fatto il Ministero entrò in trattativa con gl’inventori privilegiati, e stipulò con loro quella convenzione che egli si onora di presentare alla vostra approvazione.

La base essenziale di questa convenzione si è che i macchinismi della compressione dell’aria e il sistema compiuto di propulsione sieno innanzi tutto messi ad atto sopra un troco di via ferrata che non abbia minor lunghezza di metri 200, sul quale si possano fare quegli esperimenti ripetuti e svariati, che saranno stimati necessari per pronunciare un maturo giudizio da una Commissione di persone nella materia reputatissime, a ciò espressamente chiamata: e non sarà appunto che dopo questo giudizio, se sia favorevole, che il Governo s’accingerà a mantenere e dare effetto in tutte le altre parti alla stipulata convenzione.

Per quanto grande sia la fiducia che il Ministero ripone nella riuscita dell’invenzione di cui si tratta, egli ha procurato però che nel caso che egli non si fosse bene avvisato, e che la prova fatta corrispondesse male o insufficientemente all’intento, non ne avesse a venire un aggravio allo Stato sella spesa fatta per attuare questa prova, la quale spesa moderata, e può dirsi anzi di pochissima importanza, se il successo sia felice, sarebbe pur tuttavolta notevole nel caso contrario; ed è appunto perciò che si è stipulato che in questo secondo caso della detta spesa siano responsabili solidariamente gl’inventori privilegiati, i quali dovranno rimborsarne il Governo.

Nel caso invece che la prova riesca, ed il giudizio della Commissione sia favorevole, si procederà alla compiuta applicazione dei meccanismi di propulsione sull’intero piano inclinato dei Giovi e, attuato il nuovo modo di servizio, la utilità che se ne trarrà sarà divisa a metà fra lo Stato e gli inventori suddetti, dai quali è pur forza dipendere pel privilegio che ne hanno ottenuto. Nè per lo Stato quest’utilità si limita all’economia della spesa di esercizio, che è pur grande; ma trova il suo principale elemento in quella potenza d’azione che consente a far montare il piano dei Giovi in un dato tempo a tanta quantità di merci; il che sarebbe assai debbio che si potesse ottenere quando, continuando coll’esercizio delle locomotive, si fosse costretti a supplire col numero grande dei convogli, e con l’incessante succedersi dell’uno all’altro alla misurata quantità di merci di ciascuno dei convogli medesimi.

Mettendo a calcolo l’interesse del capitale che si renderà necessario per la completa applicazione del sistema di propulsione idropneumatica al piano inclinato dei Giovi; e d’altra parte valendosi dell’esperienza fatta fin qui sul piano me-