Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf/591

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AI che si aggiunge un altro vantaggio che è pure impor- tante: difficilmente avviene che i comuni i piú cospicui non siano composti di varie parti e frazioni, le quali abbiano bene spesso interessi non del tutto identici; è quindi opportuno che tutti questi interessi siano con giusta misura nel Consi- siglio rappresentati; a convenientemente rappresentarli certo giova assal meglio l’elezione che si faccia per collegi.

Egli è principalmente per siffatte considerazioni che il Go- verno, per quanto riconosca la convenienza di mantenere ia piú perfetta uguaglianza fra tuttii comuni, ha tuttavia anche in tal parte stimato opportuno di proporre l’eccezione che si racchiude nel presente paragrafo.

Il paragrafo settimo dell’ingresso in funzione dei consiglieri, della loro scadenza e surrogazione, riproduce la legge attuale, salva qualche variazione di forma,

Sezione Ì $ 1. — Delle adunanze e deliberazioni dei Consigli comunali.

Varie importanti questioni sotto questo titolo formavano oggetto di mafuro stadio.

Anzitutto si volle riparare all’inconveniente, per cui, me- diante una troppo letterale interpretazione della legge vi- gente, spesso avviene che le tornate dei Consigli, iniziate tar- dissimo, si protraggano piú che non si dovrebbe, con grave incaglio talvolta del pubblico servizio, al quale mancano rel miglior uopo gli ordinamenti e le migliorie che appunto at- tendeva dalle deliberazioni dei Consigli.

A tal fine il progetto determina che ogni tornata dovrá es- sere chiusa rispettivamente colla scadenza di maggio e di no- vembre, salvo il caso di proroga espressamente concessa dal- Pintendente.

Giusta la legge attuale, i Consigli comunali possone essere convocati straordinariamente dall’intendente, o d’ufficio, 0 dietro istanza del Consiglio delegato. La nuova legge, at- tuando un sistema di libertá, chiamando il comune e Ja pro- vincia ad amministrarsi per loro medesimi, poteva parere consono a questi principii il riconoscere anche nel Consiglio la facoltá di convocarsi, quando un certo numero dei suoi membri ne facesse la domanda. -

Ma da una parte questa innovazione non pareva scevra di inconvenienti, come quella che facilmente potrebbe essere abusata ; e, d’altra parte, si considerò che il Consiglio dele- gato è investito di quasi tutte le attribuzioni amministrative piú frequenti, e che inoltre, neli’intervallo delle Sessioni, e- sercita in via d’urgenza anche quelle dei Consiglio comunale, il che rende assai meno probabile la necessitá di convocare questo in adunanza straordinaria. Arrogi che il Consiglio de- legato, potendo egli medesimo instare per la convocazione del Consiglio comunale, riusciva superfluo il concedere ai membri isolati di questo la facoltá giá attribuita a quelli che scelse dal proprio seno per formare il Consiglio minore.

Ma la piú ardua questione sotto questo paragrafo venuta în campo, si è quella della pubblicitá delle deliberazioni’ dei Consigli comunali.

Ii Governo non ha punto dimenticato il voto stato piú volle espresso in seno al Parlamento nazionale a questo proposito ; epperò, quanto al principio, non poteva cader dubbio di sorta. Bensí meno facile appariva il proporne tale applica- zione che conciliasse opportunamente insieme le varie parti alle quali conviene provvedere.

È infatti cotesta una fra quelle questioni nelle quali piú appare la differenza grande che, per la imperfezione dei mezzi umani, corre tra la ricognizione astratta dei principii e la loro attuazione pratica.

Considerata in sè medesima, non è dubbio che la pubbli- citá vuol essere, come nelle altre materie, cosí in questa delle discussioni e deliberazioni amministrative, considerata quale una guarentigia importantissima; poichè, grazie ad essa, possono i contribuenti per loro medesimi accertarsi se tutti i loro mandatarî compiano con fermezza, intelligenza e lealtá i doveri dell’ufficio loro. E non è dubbio che il pen- siero di questo sindacato cosí vicino e permanente dovrebbe esercitare una salutare influenza sugli eletti, e fare che stiano se non altro in guardia e procaccino ciascuno, secondo le sue forze, il miglior adempimento dell’assunto mandato.

Ma, d’altra parte, egli conviene tener conto delle debolezze inerenti all’uomo e dei difetti derivanti dalla stessa educa- zione o dalle condizioni politiche e civili deli’ individuo. Verrá, giova sperarlo, verrá tempo in cui avrá ciascuno il pieno coraggio delle sue opinioni; verrá tempo in cui vani riguardi, o di amor proprio o di interesse personale, non sa- ranno di ostacolo alla libera manifestazione degli intimi pen- samenti; ma nelle attuali condizioni lo imporre in modo as- soluto la pubblicitá delle adunanze per i Consigli comunali, avrebbe potuto trarsi dietro inconvenienti non lievi. Epperò il progetto si attenne ad un partito mezzano, in conformitá anche dello esempio che ne porge la legislazione belga, ossia furono distinte le materie in tre categorie: per l’una è rac- comandata la pubblicitá, per l’altra è perinessa, per l’ultima è vietata.

Sezione II. — Delle attribuzioni dei Consigli comunali.

Profondamente penetrato dei vizi del sistema attuale di eccessivo accentramento amministrativo, e mirando colla nuova legge ad allargare il piú che si possa, senza danno del- l’unitá nazionale, azione del comune e della provincia, il Governo ha dovuto considerare sotto un duplice aspetto le attribuzioni dei Consigli comunali che, nel sistema attuale, ben si possono dire peccanti ad un tempo per eccesso e per difetto. Per eccesso, perchè loro si riservano tali deliberazioni che, appartenendo alla pura amministrazione, meglio si ve- dranno commesse ai veri amministratori del comune, al sin- daco cioè ed al Consiglio delegato: per difetto, perchè negansi loro tali facoltá che, non uscendo dalla cerchia degli interessi immediati e locali del comune, denno pure ravvisarsi di sua competenza, anzichè venire riservate all’autoritá superiore.

La riforma che vi si propone è adunque da considerare sotto questo duplice punto di vista.

È massima trita che amministrare è {l fatto di pochi s d’altrunde, i bisogni dell’amministrazione essendo continui, quotidiani, permanenti, ragion vuole che sia di preferenza at- tribuita ad un corpo permanente, anzichè ad un Consiglio che si raduna solo a certe epoche, a lunghi intervalli, e il quale per conseguenza non può avere l’abitudine degli affari, e neppure può sempre deliberare con tutta quella piena cogni- zione di causa che pur si richiederebbe.

L’amministrazione propriamente detta viene pertanto nel progetto affidata al Consiglio delegato ; al Consiglio comunale riservansi, oltre il sindacato sulle operazioni di quello, gli affari di maggior momento. E siecome importava lo avere una regola fissa, certa e chiara per giudicare la relativa impor- tanza degli affari, il progetto si è basato sepra questa distin- zione: se interessano il patrimonio e l’avvenire del comune, son riservati al Consiglio comunale; se no, spettano al Con- siglio delegato.

Sonosi inoltre fatte due categorie degli impiegati comunali,

e,inragione della maggiore o minore entitá relativa del loro