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130 1938


L’odio sarà — quindi — il sospetto che un corpo altrui possegga per suo conto uno spirito e di noi faccia a meno. Quello che tutti vogliamo insomma dagli altri è il consenso asservito e amoroso alle nostre esigenze (anche a quella, fortissima, di umiliarci ai loro piedi), che solo, e in ragione della sua ininterrotta presenza, può fare che ci compiacciamo dei godimenti dell’altro.

In questo senso odiare è veramente ignorare il prossimo, anzi sapere di ignorare il prossimo e non vederne che l’esterno. E siccome non si può sapere di ignorare senza desiderare di conoscere, l’odio è sete d’amore.

La carità è tutta questione di nervi.

13 novembre.

Nel racconto in prima persona si può essere realistici senza tuttavia cadere nel verismo. A parità di realismo il racconto in prima persona riesce piú cantato di quello in terza.

Proust è ossessionato dal pensiero che ogni speranza realizzandosi sostituisce appunto se stessa col nuovo stato e cancella perciò quello precedente (sogni di Swann che si sposerà. Sogni di Je che sarà ricevuto in casa Swann). Oltre l’incomunicabilità delle anime, anche quella degli stati d’animo tra loro. Di qui il senso che tutto è relativo e vano — a meno di ritrovare il temps perdu. Di qui il gusto per la fantasticheria e il sadico rilevare come negli scontri con la realtà essa dilegui e occorra quindi cercare una legge che serva a eternare ogni sogno.

Non si desidera possedere una donna, si desidera possederla noi soli.