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vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori — anche noi — quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia (genius is wisdom and youth).

La creazione nasce dalla innumerevole ripetizione di un atto, che a forza di routine diventa stucchevole. Poi viene un periodo di smarrimento, di tedio. Allora l’atto dimenticato per la sua banalità, risorge come miracolo, come rivelazione, ed ecco lo slancio creatore (cfr. 3 maggio — ultimo capoverso).

Un succedaneo del lontano-nel-tempo (passato) è il lontano-nello-spazio (esotico). Qui si chiarisce come molti slanci creativi nei popoli nascano dalla fusione di due diverse civiltà. Ma questo caso è piuttosto uno stimolante che fa risaltare le ricchezze già contenute nei rispettivi due passati, e le fonde dando alla combinazione il necessario volto miracoloso.

Tanto per il passato che per l’esotico, dico ricchezza intendendo una coscienza vitale non storica o geografica.

Nella vita fantastica non vi sono che due situazioni: il riaffiorare di un passato o l’urtarsi di due modi di vita.

Le muse, figlie della memoria o il Dioniso indiano.

La noia, quindi, è come le nausee delle donne incinte.

7 luglio.

Un passato dev’essere tanto familiare da poterlo rivivere meccanicamente e tanto inaspettato da farci stupire ogni volta che vi ritorniamo: allora è adatto alla fantasia.

Un’esperienza che vi pareva trita — lasciate passare del tempo — la rivedrete con nuovi occhi e sarà inaudita.

Passare del tempo in silenzio, ringiovanisce individui e popoli.

30 luglio.

C’è o non c’è progresso nella storia?

Insolubile, perché mentre tu intendi per progresso l’ingresso