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che hanno avuto un’esperienza, ma un ripicco nato da un’imprudenza che lo distrugge e che con astuzia poteva evitare: «We die after a nest of dukes» troppo poco.

Immagini di Tourneur tipo 28 maggio:

«...’Sfoot, just upon the stroke
jars in my brother; ’twill be villainous music»;

e di un povero che

«...hope of preferment
will grind him to an edge...»

1° giugno.

Perché la gente prende delle pose, e fa il dandy, o lo scettico, o lo stoico, o il sans-souci, ecc.? Perché sente che c’è una superiorità nell’affrontare la vita secondo una forza, una disciplina che ci si dà se non altro ai pensieri.

È infatti questo il segreto della felicità: assumere un atteggiamento, uno stile, uno stampo in cui devono cadere e modellarsi tutte le nostre impressioni ed espressioni.

Ogni vita vissuta secondo uno stampo coerente e comprensivo e vitale, è classica.

5 giugno.

Il dolore fa vivere in una sfera incantata e trasognata, dove le cose quotidiane e banali prendono un rilievo pauroso e thrilling, non sempre sgradito. Dà coscienza di un distacco tra la realtà e l’anima; ci fa levare in alto e ci lascia intravedere il reale, e il nostro corpo, come qualcosa di remoto e di strano insieme. È questa la sua efficacia educativa.