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200 1940

guardo F. che non dice nulla ed è dura. Penso al lungo inganno che mi ha teso per farmi cadere nelle mani di costoro (= conoscenze misteriose delle molte, ma anche forse un fratello). Il quale fratello oscuramente si ripromette di mettersi ai ferri corti con me su questioni di studio della sorella F. Hanno pugni pesanti e scherzano tra loro. Io sono sorvegliato a coda d’occhio. Il senso di pericolo che verrà da loro è fortissimo e angoscioso.

Finché giro un cancello e galoppo furtivo, e grido a F. che la rivedrò e le spiegherò. Cioè, che non credo al suo tradimento.

30 dicembre.

foscolo, Prose letterarie, Le Monnier.

 vol. II, p. 65 «Chi dunque è capace di piú forti sensazioni, ha piú vigore d’idee».

Lezioni di Eloquenza:

 p. 129 «nella storia letteraria tanti uomini che pur poteano lusingarsi di vera e utile gloria, e che nondimeno dopo i primi e nobili tentativi si rimasero da ogni lavoro ed anteposero di vivere ignoti, benché e forse nell’ozio e nell’oscurità non trovarono la contentezza e la pace a cui sí modestamente aspiravano».

 p. 19 nota «R. Cartesio pianta per assioma. Che la natura abbia dotati gli uomini di pari facoltà di ragionare (Diss. de Methodo, num. 1): Gian Giacomo Rousseau incomincia il Contratto Sociale con questa sentenza: L’uomo nasce libero: errori ambedue funestissimi sempre alla filosofia delle lettere e del governo».

 p. 152 «cosí che voi cadreste appunto in quel disinganno che è l’unico scoglio che l’uomo deve accuratamente schivare».

Sul testo del «Decamerone»:

 vol. III, p. 20: «Non però è meno vero che i dialetti diversi hanno perpetuamente cospirato a comporre una lingua letteraria e nazionale in Italia, non mai parlata da veruno, intesa sempre da tutti, e scritta piú o meno bene secondo l’ingegno, e l’arte, e il cuore piú che altro degli scrittori».