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ciarvi, per divenire esso stesso un’esistenza nel cuore di un’esistenza amica».

(tieck, Le conversazioni di Phantasus incorniciatore delle Märchen).

Come poeta Tieck adopera ritmi liberi, secondo il mood, e se accetta caras rimas è per esprimere coi suoni complessi. Nasce una simbologia della rima e delle forme strofiche.

Tieck vorrebbe un dialogo di suoni di varie spede (Sternbald) e inventa (Fantasie) l’audition colorée e in genere lo scambio dei sensi.

(wolzel, Il Romanticismo tedesco).

Che la musica sia un mezzo di conoscenza cui non giunge la parola, è idea di Wackenroder.

Torna sovente sull’ironia. Schubert nota che il sogno è ironico (esprime gioia con parvenze tristi, e viceversa). Il poeta è uno scandalo perenne davanti alla matter of factness. Jean-Paul (e Schlegel) dicono che l’ironia è la ragione chiara in mezzo al sogno e alla poesia anarchiche. Tieck dice che presiedere al rutilare dell’incosciente, giudicarlo e condurlo in libero gioco, è l’ironia. (Cfr. 22 maggio, II). Hoffmann, che l’ironia è il miscuglio dei luoghi comuni della vita con le rivelazioni dell’esistenza superiore.

13 giugno.

Se si deve giudicare dall’analogia con la giornata, la vecchiaia è l’età piú fastidiosa perché non si sa piú che fare di sé, come alla sera quando l’opera quotidiana è finita.

25 giugno.

Da béguin, su Aurélia di g. de nerval:

«Ainsi s’explique l’apparente incohérence chronologique du récit d’Aurélia: au mépris de leur enchaînement fortuit, les moments de toute une vie s’ordonnent par rapport à leur signification commune. Une sorte de mémoire intemporelle, analogue à celle du